“Bisogna bloccare le partenze, ma non siamo contrari alle braccia e al fosforo dei migranti”. Così il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci, in visita a Palermo per verificare lo stato di avanzamento dei lavori per superare l’emergenza cimiteriale nel capoluogo siciliano. Un’occasione che è divetata terreno fertile per considerazioni di stampo politico, che coinvolgono la Sicilia e l’Italia.
Fra i temi centrali affrontati dall’ex presidente della Regione Siciliana, chiaramente, quello legato allo sbarco di migranti sulle coste dell’Isola. ” Abbiamo sempre detto che bisogna bloccare le partenze. Stiamo lavorando per questo. Se la Tunisia, uno dei luoghi di maggiore partenza, dovesse corresponsabilizzarsi insieme agli altri paesi del Mediterraneo, potremmo davvero ridurre i flussi“.
Un controllo del territorio che, però, andrà di pari passo con l’accoglienza dei migranti regolari. “Non è vero che il Governo Meloni è contrario alle braccia e al fosforo dei migranti. Se arrivassero formati, sarebbe ancora meglio. Si potrebbero inserire nei sistemi produttivi. Nel frattempo, siamo pronti ad accogliere questa enorme forza lavoro di cui le aziende hanno bisogno”.
L’obiettivo è chiaro: dare all’industria quelle braccia di cui ha bisogno, soprattutto nel settoree secondario. Un tema legato a doppio filo con un’altra emergenza che riguarda il paese, ovvero i numeri che parlano di un calo di nuovi nati negli ultimi anni. “Non ci arrendiamo all’idea che le culle degli italiani restino vuote. Una nazione che non si rigenera è condannata alla decadenza. Credo che sia importante fare leva sulla forza lavoro. L’Europa deve intervenire affinchè la partenza non sia un calvario ma una loro libera scelta. E al tempo stesso lavorare per le famiglie, per le coppie, affinchè si possa tornare a fare figli. Una politica della natalità che veda tutto il Governo impegnato”.