Realizzare nuovi alloggi per una permanenza dignitosa. Il futuro dei migranti in Sicilia è al centro della terza Conferenza annuale sul fenomeno migratorio svoltasi oggi, 16 dicembre, presso il Palermo Marina Yachting. Formazione, lavoro e stabilità sono tre degli aspetti su cui la Regione è pronta a intervenire con misure di potenziamento.

A tal proposito, l’assessore alla Famiglia, Nuccia Albano ha sottolineato: “Con il piano triennale abbiamo dato degli strumenti per favorire non solo l’accoglienza ma soprattutto l’inclusione – ha dichiarato – molti paesi del nostro territorio, soprattutto quelli montani, vanno incontro alla spopolamento. C’è un problema di denatalità ed in più c’è una richiesta di manodopera che oggi non riusciamo a colmare. L’arrivo dei migranti può essere un fatto positivo di conseguenza dobbiamo fare in modo di includerli con la formazione e dare loro un dignitoso e non uno sfruttamento – aggiunge – in alcune zone dove l’agricoltura è molto fiorente come ad esempio Modica e Siragusa abbiamo istituito dei campi dove questi lavoratori possono avere alloggi dignitosi”.

Nuovi progetti da parte della Regione

Le valutazioni della Regione riguardano alcune strutture che, aggiungendosi a quelle già esistenti, eviterebbero ai migranti di finire sotto le influenze della malavita. Accanto alle strutture presenti a Modica e Siracusa, prosegue Albano: “Ci stiamo attivando per potere realizzare anche in altre zone della Sicilia nuovi hub , come ad esempio a Marsala e Campobello di Mazara, evitando il degrado che spesso siamo costretti a vedere”.

I progetti saranno finanziati attraverso fondi europei: “La Regione usufruisce molto delle risorse europee e cerca di spenderle al meglio portando avanti numerosi progetti – prosegue – è vero che in maggioranza ci sono sensibilità diverse sul tema dell’immigrazione, e molti sono per la chiusura dei porti. Ognuno ha la sua sensibilità e io ritengo che un’immigrazione controllata e gestita con percorsi di formazione e accoglienza possa essere un fatto politico positivo”.

Una rete che aiuta i migranti a sfuggire al caporalato, il progetto della Regione e il polo sociale

Uno dei progetti cardine portati avanti nel 2024 è stata la creazione di una rete diffusa di uffici di prossimità che garantiscano ai migranti, vittime e potenziali vittime di sfruttamento lavorativo, l’accesso ai servizi e alle tutele previste dalla normativa vigente. È questo l’obiettivo del Polo sociale integrato di Catania che è stato presentato questa mattina al dipartimento di Scienze politiche dell’Università del capoluogo etneo.

Le parole di Albano

“Il Polo – dice Nuccia Albano, assessore alla Famiglia, alle politiche sociali e al lavoro – servirà per dare un aiuto concreto ai migranti che lavorano nella provincia di Catania e che vengono sfruttati. Non solo nel settore dell’agricoltura, ma in ogni ambito lavorativo. Dai diversi Poli che saranno creati nelle province dell’Isola partiranno tutte le azioni che saranno messe in campo nei prossimi anni”.

Il polo di Catania

Il Polo di Catania, gestito dall’associazione Penelope coordinamento solidarietà sociale, in associazione (Ats) con il centro Astalli Catania Odv, è, infatti, uno dei nove previsti su tutto il territorio siciliano, nati da un lavoro di co-progettazione tra la Regione Siciliana e gli enti del terzo settore nell’ambito del progetto Su.Pr.Eme. 2 che vede la Sicilia capofila del partenariato composto da Basilicata, Calabria, Campania e Puglia e da Nova Consorzio Nazionale per l’Innovazione.

Le sedi di contatto

Saranno tre le sedi di contatto: una nella città capoluogo e due periferiche, nell’area calatina, a Scordia, e nella Piana di Catania, ad Adrano. Verranno organizzate delle task force operative che garantiranno l’emersione e l’identificazione formale della vittime, l’accompagnamento legale nei percorsi di denuncia e di regolarizzazione, l’attivazione di aiuti e doti personali a supporto della fase di emersione, l’accompagnamento all’accesso ai servizi sociali, sanitari, educativi e formativi; l’attivazione di programmi di protezione sociale, l’accompagnamento all’autonomia sociale, abitativa e lavorativa

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