Aggressioni verbali e calci al cibo e alle ciotole con l’ acqua dei micetti di strada. Questo quanto reso noto dall’AIDAA di Palermo circa le angherie subite da una gattara nei pressi di via Monte Pellegrino.
Aggressioni solo verbali ma che di certo generano apprensione tanto da far dire all’AIDAA che Palermo non è di certo preparata al rispetto per gli animali ed in particolar modo dei randagi. Un misto di cattiveria ed ignoranza specie sulla mancata conoscenza delle leggi che tutelano gli animali, gatti di strada compresi.
I gatti, intanto, sembrano essere stati presi di mira anche nei pressi di via Mascagni, dove sarebbero stati posizionati alcuni piatti con cibo avvelenato. A denunciare il tutto è i Consigliere della VIII Circoscrizione Maurizio Alesi che in una sua nota spiega come le esche distribuite sarebbero in grado di sterminare un’ intera colonia felina. Lo stesso Consigliere denuncia inoltre la presenza di chiodi all’interno di alcuni wurstel trovati nel quartiere Zisa. Alesi, dando corpo alle denunce dell’AIDAA, riferisce di atto immorale oltre che illegale.
Veleno o comunque bocconi letali per gli animali, sembrano però distribuiti in più punti del territorio nazionale. Un’abitudine difficile da sdradicare, complice, forse, l’estrema facilità con la quale è possibile venire in possesso di sostanze letali, come nel caso dei prodotti di sintesi ad uso agricolo.
Non mancano, poi, i casi di esteso avvelenamento in danno non solo degli animali domestici ma anche della fauna selvatica. Il caso più recente è quello denunciato dal Parco Naturale Alpi Liguri. Due volpi ed altrettanti cani trovati morti nello scorso fine settimana lungo un sentiero. Il sospetto è proprio quello dei bocconi avvelenati. Le indagini si sono avviate dopo le denunce dei padroni dei due animali da compagnia. Il Parco ha pertanto diffuso gli avvisi sulla pericolosità che allo stato potrebbe insistere nei luoghi.
Si ricorda a questo proposito che una Ordinanza del Ministero della Salute impone la tabellazione dell’area avvelenata, così come un preciso protocollo veterinario da seguire in caso di ritrovamento di animali colpiti dal veleno. I Comuni, poi, devono provvedere alla bonifica della zona interessata dallo spargimento.