Non era presente all’ultima convention di Forza Italia, quella di sabato scorso a Palermo, che ha dato il benvenuto a Giancarlo Cancelleri. Un’assenza, se ti chiami Gianfranco Miccichè, impossibile da notare, visto che si parla di colui che ha guidato in Sicilia il partito di Silvio Berlusconi per 20 anni. E adesso, dopo la rottura con Schifani (insanabile) e la sua sostituzione come coordinatore di Forza Italia? Si guarda altrove, se ti chiami Miccichè, e quell’altrove è il centro.
Forza Italia? “Non tutti sono Meloniani”
In un’intervista a “La Sicilia”, l’onorevole prima smentisce una cena con Renzi e forzisti vari (“ma potrebbe esserci”) e parla della situazione attuale di Fi: “La Forza Italia filo-Meloni è una scemenza. Berlusconi non ha mai auspicato un partito schiacciato su altri, ha sempre voluto che fossimo noi a guidare gli altri – Bisogna andare oltre. A me la Meloni piace, è pure brava. Ma mi preoccupa il peso che, nella coalizione di destracentro, hanno le uscite dei suoi.Nelle due coalizioni c’è incertezza e al centro ci sono poche idee e tutte confuse”.
Lo spazio al centro
Ecco, il centro: “C’è uno spazio immenso che c’è al centro per dare voce alla maggioranza silenziosa dei moderati. Io sono convinto che di qui alle Europee non succederà nulla, né in Italia né in Sicilia. Ma c’è un anno di tempo. Recuperando lo spirito del Renzi rottamatore, anche senza Calenda che secondo me non ha dove andare, e ancorandolo ad alcuni valori, come ad esempio la grande visione di Craxi. In Forza Italia, e nel centrodestra, non tutti vogliono morire meloniani. E c’è chi non va a votare perché non si riconosce negli opposti estremismi. C’è tanto spazio”.
Il rinnovamento e la stoccata a Cuffaro
Sul rinnovamento della classe dirigente non manca un stoccatina a Cuffaro: “La principale emergenza, che in Sicilia è ancor più drammatica, è il rinnovamento della classe dirigente. Ci ha provato paradossalmente Cuffaro, col primo approccio della sua Nuova Dc – dice Cuffaro -. niente uscenti, quasi tutti giovani, molte donne… Ma ora il mio amico Totò sta reclutando pure quelli di 90 anni purché abbiano i voti. Alla Regione, dove Armao s’è svenduto l’accordo con Roma, servirebbe un concorso non per 200, ma per 2.000 nuovi dirigenti. La nostra burocrazia ha un’età media di 63 anni, il mondo è tutto digitale e noi siamo rimasti analogici”.
La replica di Cuffaro: “La rottamazione la fa la politica”
“I tempi per la situazione del laboratorio centrista sono in fieri, i processi in politica sono lenti, ma alla fine arrivano. Vorrei però rassicurare l’onorevole Miccichè sull’attenzione che la Democrazia Cristiana pone sul tema dei diritti umani e civili, perchè l’unica fatwa che ci vantiamo di subire è quella di Strurzo, De Gasperi, Aldisio, Moro e dei molti altri democristiani che hanno fatto la storia d’Italia”, dice commissario regionale della Dc, Totò Cuffaro.
“La rottamazione…la fa la politica…e alla DC 2.0 non serve perchè la classe dirigente che vanta la Democrazia Cristiana è giovane e donna così come l’ho immaginata e l’abbiamo voluta, senza nessun ripensamento, mai. La differenza è che molti la immaginano e basta, noi della DC, invece, abbiamo concretizzato il sogno di vedere rinascere la Democrazia Cristiana, l’abbiamo rimessa nella scheda elettorale e i cittadini ci hanno votato, perchè si sono riconosciuti in un partito di valori e di ideali che per noi non sono negoziabili”, prosegue.
“Lo dimostrano i nostri consiglieri comunali eletti a Palermo – e non solo – tutti giovani e donne di 40 anni, i nostri candidati alle scorse regionali, tutti volti nuovi, e a Caltanissetta una giovane donna che a soli 24 anni era la più giovane di tutti, ergo, non mi pare che la DC abbia reclutato novantenni come candidati, cosa diversa che siano tornati al voto tanti delusi e abbiano scelto di votare DC. Unico vintage sono io e rimasto analogico, ma la nostra DC è decisamente digitale e sogna un processo di cambiamento organizzativo, economico, sociale, creativo abilitato dall’adozione e dallo sviluppo delle tecnologie digitali, guarda alla transizione ecologica, al rispetto dell’ambiente ed è pronta ad affrontare tutte le sfide sul processo di Digital transformation adeguato al tempo dei nostri ragazzi. La DC è sempre Balena, ma verde e digitale è pur sempre umana e valoriale”, conclude.
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