L’ex presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè, è stato scagionato dall’accusa di aver richiesto denaro in cambio di sostegno elettorale. L’indagine, avviata a seguito di intercettazioni telefoniche, riguardava la candidatura alle elezioni politiche del settembre 2022 dell’ex senatrice Urania Papatheu e dell’ex deputato Salvatore Ferrigno. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) Lirio Conti ha accolto la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero Eugenio Faletra, scagionando anche l’autista di Miccichè, Salvatore Serio, e i collaboratori Maurizio Messina e Alessandro Spitalieri.

Le intercettazioni e i sospetti

L’inchiesta era nata da conversazioni intercettate tra Marco Falcone, ex assessore regionale alle Infrastrutture, e Gaetano Armao, ex vicepresidente della Regione. I due, discutendo di Miccichè, menzionavano presunti pagamenti effettuati da Papatheu per ottenere la candidatura. Armao affermava che Papatheu sosteneva di aver versato 80-85 mila euro a Miccichè. Inoltre, Armao riferiva di un presunto pagamento di 200 mila euro da parte di Ferrigno, condannato per voto di scambio politico-mafioso, per la sua candidatura alle regionali.

Le verifiche finanziarie e l’assenza di riscontri

Le indagini finanziarie, tuttavia, non hanno confermato queste affermazioni. È emerso che Papatheu aveva effettivamente versato 74 mila euro, ma come donazione a Forza Italia, e non a Miccichè direttamente. Nonostante Papatheu avesse confidato all’ex senatrice Gabriella Giammanco di aver pagato tale somma al partito e un’ulteriore importo non specificato a Miccichè, l’accusa non ha trovato prove di un pagamento diretto a quest’ultimo. Anche le intercettazioni che registravano dialoghi criptici e riferimenti a consegne notturne a casa di Miccichè da parte di Serio e Spitalieri non hanno portato a riscontri concreti.

La decisione del GIP e l’archiviazione

Il GIP ha disposto l’archiviazione, concludendo che gli elementi raccolti non erano sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio con ragionevole previsione di condanna. La decisione del giudice chiude quindi l’indagine su Miccichè e i suoi collaboratori, scagionandoli dalle accuse di aver ricevuto denaro in cambio di sostegno elettorale.