Sono numerosi i racconti di ragazzine che hanno raccontato ai carabinieri della stazione di Montelepre di essere rimaste vittime di Salvatore Randazzo, di Carini, uomo molto conosciuto nel paese alle porte di Palermo, grande conoscitore della famosa storia della baronessa Laura Lanza uccisa dal padre sorpresa insieme al cugino.
In paese all’uomo veniva riconosciuta la capacità di essere un esorcista, un santone che riusciva a scacciare il male e guarire dalla malattie.
Per gli investigatori tutti riti a sfondo sessuale che lo hanno portato in carcere.
Il rito di purificazione con palpeggiamenti sul corpo
Un rito di una ventina di minuti, mascherato da “purificazione” ma a tutti gli effetti una vera e propria violenza sessuale. “La vittima completamente nuda veniva palpeggiata anche nelle parti intime, in un garage, tra vecchi televisori da aggiustare e attrezzi del mestiere”.
Una vera e propria storia dell’orrore quella raccontata ai carabinieri di Palermo da una delle vittime di Salvatore Randazzo, 66 anni, arrestato sabato mattina al termine di un blitz messo a segno dai carabinieri di Montelepre. Insieme a lui in carcere è finita anche Martina Spinnato, 19 anni, mentre per Giuseppe Sciortino, 71 anni, nipote del bandito Salvatore Giuliano, sono stati disposti i domiciliari.
Sarebbero loro tre i responsabili di alcuni episodi di violenza sessuale aggravata commessi anche nei confronti di minori di 14 anni. Tra i capi di accusa anche truffa aggravata dalla condizione di minorata difesa delle persone offese, induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Ecco dove avvenivano i riti di purificazioni davanti alle madri delle ragazzine
“L’ho conosciuto in chiesa a Carini – ha raccontato una delle vittime di Randazzo – Ho fatto quasi 10 purificazioni. Per far la purificazione io mi dovevo spogliare nuda comprese mutande e reggiseno. Lui a quel punto mi metteva la croce sul petto e faceva le preghiere e mi disinfettava con l’alcool per purificare. Poi passava anche l’acqua santa e mi toccava tutto il corpo nuovamente. Anche se in maniera leggera mi toccava anche le parti intime compreso il seno”.
Questi riti sarebbero avvenuti quando la vittima aveva 13 anni e mezzo. “Cambiava la voce e lo sguardo dicendo che poteva parlare con i morti – racconta ancora -. Poi ruttava dicendo che era il rumore per gli spiriti che stavano uscendo dal suo corpo. Avevo un po’ paura ma quando l’ho fatto c’era mia mamma, quindi ero un po’ più serena… Io mi facevo toccare perché pensavo che così mi avrebbe tolto le negatività…”.
Le foto intime durante la gravidanza
Attenzioni morbose e violenze proseguite anche durante la gravidanza della donna. All’indagato, che la vittima in una condizione “di assoluta dipendenza psicologica” vedeva come un “uomo buono, capace di darle aiuto ed a cui affidarsi senza timori, la donna, infatti, si è rivolta per ottenere ‘trattamenti spirituali’ ritenuti funzionali al buon esito della gravidanza in corso. “Quando poi sono rimasta incinta lui mi ha detto di mandargli delle foto delle parti intime perché mi diceva che voleva vedere se si dilatava e capire quando avrei partorito… io penso che lui abbia i poteri perché tutte le volte che mi ha predetto si sono avverate – ha raccontato agli investigatori -.Io mi sono purificata anche dopo che mi sono lasciata con il mio ex”.
E a ‘purificarsi’ fu anche la madre della vittima.
“E’ stato Randazzo a proporre a mia mamma di fare la purificazione perché aveva percepito delle negatività e allora anche mia mamma si è spogliata nuda e Randazzo l’ha toccata tutta compreso seno e parti intime…”.
Il falso esorcista di Carini che diceva di essere potente
Le indagini erano iniziate nell’ottobre dello scorso anno quando una donna – insieme alla figlia – ha denunciato Salvatore Randazzo e Martina Spinnato per un furto di 220 euro avvenuto in casa. Poi sono partite le intercettazioni. Sulla giovanissima pende l’accusa di aver individuato “giovani ragazze da avviare all’attività di prostituzione per poi appropriarsi in alcune circostanze di parte del denaro corrisposto dai clienti”, accusa cui sarò chiamata a rispondere oltre a quella per il reato di corruzione di minore nei confronti di un ragazzo di età inferiore a 14 anni.
Giuseppe Sciortino, nipote del bandito Giuliano, è invece accusato di aver favorito l’attività di prostituzione che si consumava all’interno della struttura ricettiva di Montelepre da lui di fatto gestita. Tra le accuse anche il reato di “violenza sessuale aggravata continuata” per aver indotto a consumare rapporti sessuali una donna affetta da gravi disturbi psichici e ricoverata presso una struttura sociosanitaria semiresidenziale.
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