Prendete la terrazza di Palazzo Abatellis al chiaro di luna nelle notti d’estate. Mettete un palchetto sobrio e piazzate cinque degli uomini e delle donne più rappresentativi della cultura e dell’arte. E’ questo il senso de “I Mestieri dell’arte“, una rassegna di incontri che fa parte del cartellone di Restart 2021.
“Abbiamo immaginato di far incontrare la gente con professionisti che hanno fatto del loro mestiere un’arte. Tutti gli ospiti di questa rassegna hanno fatto del loro mestiere un momento artistico”, spiega il presidente degli Amici dei Musei siciliani, Bernardo Tortorici, organizzatore e ideatore di Restart.
Il primo appuntamento si è tenuto il 10 luglio, con lo scrittore, giornalista e regista Roberto Alajmo. Gli altri ospiti dei “Mestieri dell’Arte” saranno l’architetto Iano Monaco (16 luglio, l’attrice e “donna di teatro” Pamela Villoresi da tre anni alla guida del Teatro Biondo di Palermo (24 luglio ), lo scrittore e regista Roberto Andò. Ultimo a calpestare la terrazza dell’Abatellis sarà il pittore Francesco De Grandi, la sera del 7 agosto.
Il primo appuntamento con Alajmo è stata una lectio magistralis sulla scrittura creativa. Accompagnato sul palco dalle domande della giornalista Rosa Guttilla, Alajmo ha spiegato i segreti della sua tecnica di scrittura. “Servono almeno tre mesi per una scrittura corposa, per una prima stesura”, spiega Alajmo. Ma quello è solo l’inizio. Il testo deve riposare e “lievitare”. “Esattamente come si fa con l’impasto della pizza – continua lo scrittore – lascio quel blocco di testo a riposare. E’ come se ci mettessi un panno sopra. Devono passare almeno quindici giorni. Poi, quando ha lievitato ci torno su e faccio una revisione robusta che consiste soprattutto nel sottrarre, nel levare. La sottrazione è importante”.
Per Alajmo, scrivere è come maneggiare un blocco di marmo per scolpirlo. E infatti cita la famosa frase di Michelangelo: “tu vedi un blocco, pensa all’immagine: l’immagine è dentro basta soltanto spogliarla”. “Michelangelo lavorava il marmo per sottrazione – conclude Alajmo – è un po’ come faccio io col testo. Creo un blocco di scrittura molto corposo e poi da questo blocco di marmo scavo”.