La rete delle coperture di Matteo Messina Denaro era perfino più vasta di quanto fino ad ora ipotizzato. E’ quel che emerge dalle prima analisi di oltre mille pizzini trovati dopo l’arresto della sorella della primula rossa di Cosa Nostra scoperti dai carabinieri del Ros nel covo del boss a Campobello di Mazara e nelle due case (quella di campagna di Campobello e quella di Castelvetrano) della sorella Rosalia.
I movimenti di denaro
Per la ricostruzione della latitanza di Messina Denaro, dei suoi affari, delle sue frequentazioni si tratta di input straordinari. La lettura di uno dei biglietti, ad esempio, spiega i movimenti di denaro seguiti all’acquisto del covo di Campobello. Nel messaggio il capomafia chiede alla sorella di farsi dare i 40 mila euro da “Parmigiano”, uno dei nomi in codice usati per le comunicazioni. Secondo gli inquirenti si tratterebbe di un imprenditore in qualche modo in affari con il padrino. Che Messina Denaro chiedesse la somma per rientrare dalle spese della casa si evince dalla data del bigliettino: 14 maggio del 2022. L’atto di vendita dell’immobile di vicolo San Vito è del 15 giugno successivo. L’appartamento venne formalmente comprato da Andrea Bonafede, geometra che ha prestato i documenti di identità al boss e nell’atto di compravendita venne indicato in 20mila euro il valore della casa. Ma gli investigatori ritengono che si trattasse solo del valore dichiarato e che invece la cifra pagata fosse più alta.
Le soffiate
Ma fra i pizzini non ci sono solo quelli da Matteo a Rosalia e viceversa. Ci sono anche gli avvisi degli associati. Ci sono pizzini mandati a Rosalia con la preghiera di far sapere al boss di questa o quella vicenda, con le comunicazioni di aver ottemperato a questo o a quello. Poi ci sono gli avvisi da parte di nickname ancora non identificati, ai quali non sono state associate persone reali. C’è chi consiglia di evitare un percorso o una zona in un determinato giorni, chi di cambiare mezzo di trasporto. messaggi che vengono identificati come avvisi che mettono il boss in allerta sull’avanzamento delle indagini. Almeno un paio, in base alle date, sembrano avvertire delle prossime mosse degli investigatori o dei passi avanti delle ricerche
Messaggi scritti in codice
Quello che attende gli investigatori, però, è un lavoro lungo e complesso perché i bigliettini sono tutti da decriptare. Il padrino, infatti, utilizzava non solo nomi in codice: Rosalia, ad esempio era chiamata Fragolone. Molti altri nickname come Ciliegia, Condor, Malato, Reparto, Parmigiano, sono tutti da decifrare. Ma ci sono anche frasi intere che secondo gli inquirenti fanno riferimento a cose diverse da quel che sembra a prima lettura. Nell’enorme mole di carte ritrovate, oltre ad appunti sulla contabilità del boss e suoi scritti personali, ci sarebbero, poi, messaggi a donne con le quali il capomafia intratteneva relazioni, quelli abbastanza chiari.
Lunedì l’interrogatorio della sorella
Certamente chiarimenti sui pizzini verranno chiesti lunedì a Rosalia Messina Denaro nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip, nel carcere di Pagliarelli. La donna sarà assistita dall’avvocato Daniele Bernardone e non dalla figlia Lorenza Guttadauro che invece è stata nominata legale di fiducia dal boss.
Commenta con Facebook