La chiamava, certo in modo poco lusinghiero, “sciacqualattuga”. Un termine che indicava la scarsa considerazione che Matteo Messina Denaro aveva per la figlia naturale Lorenza Alagna.
Viene fuori dall’inchiesta dei carabinieri del Ros che stanno analizzando l’enorme mole di pizzini e lettere trovate nei covi dell’ex primula rossa di cosa nostra. In una lettera indirizzata alla sorella Giovanna, parlando di Martina Gentile, la figlia della maestra Laura Bonafede arrestata ieri per favoreggiamento, il boss riferendosi in codice alla figlia naturale usava appunto il termine “sciacqualattuga”.
“Io ho cresciuto una figlia che non è mia figlia biologica, ma per me è mia figlia, e mi ha dato l’amore di una figlia, mi ha voluto bene e mi vuole bene, ha molto di me perché l’ho insegnata io, se vedessi il suo comportamento ti sembrerei io al femminile. Che voglio dire? Che non sono stato solo e che sciacqualattuga non significa più niente per me”, diceva alla sorella contrapponendo appunto Gentile, con la quale il capomafia ha anche convissuto quand’era bambina, e la figlia naturale.
L’altra amante di Messina Denaro ai carabinieri “Non sapevo fosse lui”
Intanto emerge la figura di un’altra amante di Matteo Messina Denaro che si sarebbe spontaneamente presentata dai carabinieri poco dopo l’arresto del boss. Ai militari ha detto che non sapeva che fosse il capomafia ma la versione non avrebbe del tutto convinto.
Pochi giorni dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro è andata dai carabinieri con il suo avvocato a raccontare di aver avuto con quell’uomo una relazione. In realtà, ha raccontato, lui si era presentato come Francesco Salsi, medico in pensione, e solo dopo la cattura lei, insegnante di matematica, aveva scoperto chi fosse davvero. Lui l’aveva corteggiata, pur sapendo che era sposata, ed era nato un rapporto. Una versione che cozzerebbe con il fatto che la donna in questione è moglie di un arrestato per mafia ritenuto vicino al boss di Campobello di Mazara Franco Luppino.
L’altra “storica” amante era gelosa
Della amica del boss parla il gip che ieri ha disposto l’arresto di un’altra persona vicina al padrino, la maestra Laura Bonafede. Quest’ultima è la figlia del boss di Campobello di Mazara finita in manette per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena ritenuta sentimentalmente vicina al boss. Nelle pagine della misura cautelare vengono fuori l’irritazione e la gelosia della maestra verso l’ultima frequentazione del capomafia. L’amica di Messina Denaro viene chiamata in codice dalla Bonafede “Sbreghisi”.
L’arresto di ieri e le accuse
Appena ieri i carabinieri del Ros hanno eseguito l’ordinanza cautelare nei confronti di Laura Bonafede, l’insegnante finita per l’appunto nell’inchiesta sui fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro. La figura della docente era già venuta fuori nel corso delle indagini sulla latitanza del padrino e immortalata dalle videocamere mentre parlava col boss al supermercato di Campobello due giorni prima del suo arresto. Secondo l’accusa lei avrebbe provveduto alle necessità di vita quotidiana del latitante, gli avrebbe fatto la spesa per fargli avere rifornimenti temendo che potesse essere contagiato dal Covid e non potesse uscire. Avrebbe condiviso con lui un linguaggio cifrato per tutelare l’identità di altri protagonisti della rete di protezione del boss e curato con maniacale attenzione la sua sicurezza.
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