“Come già appariva chiaro dopo gli eventi occorsi a metà del mese, questo del 2023 è risultato per la Sicilia, con una media regionale ragguagliata di 124 mm, il maggio più piovoso dal 1921, avendo superato abbondantemente il valore massimo precedente di 101 mm risalente al 1966”.
I dati delle stazioni della Regione
Sono i dati forniti dal Servizio agrometeorologico della Regione Siciliana. La media delle stazioni Sias risulta pari a 126 mm, confermando la buona rispondenza tra media della rete Sias e media ragguagliata. Ben 82 stazioni della rete Sias su 94 prese in considerazione hanno superato il massimo valore precedente del periodo 2002-2022.
Al di là degli accumuli, il mese è risultato del tutto anomalo per ciò che riguarda la persistente instabilità sulla regione: ad eccezione dei soli giorni 5, 6 e 7 maggio, tutti i restanti 28 giorni del mese hanno registrato piogge in qualche parte dell’Isola. Inoltre i giorni 8 e 15 maggio non c’è stata parte della regione che sia rimasta all’asciutto, circostanza anch’essa anomala per la tipologia delle piogge primaverili. Il numero medio regionale di giorni piovosi pari a 11, è stato anch’esso anomalo, variabile tra i 17 giorni registrati sulle stazioni in quota sui Nebrodi e i 6 giorni registrati a Pachino (Sr).
Gli accumuli di acque piovane
L’accumulo massimo mensile sulla rete Sias con 361,2 mm è stato registrato dalla stazione Antillo (ME), dove il giorno 2 è stato registrato anche il massimo giornaliero con 205,4 mm. Tutte le stazioni hanno superato i valori normali del mese, con anomalie percentuali spesso così elevate da apparire fuori scala, come nel caso della stazione Aidone, che ha registrato un valore 26 volte superiore alla norma, 248 mm a fronte di un valore normale di 9,2 mm del periodo 2002-2022 per il mese di maggio.
Va ricordato che i dati si riferiscono ai punti delle stazioni Sias, non necessariamente rappresentativi delle aree circostanti, vista la disomogenea distribuzione determinata dalla tipologia degli eventi.
Sull’impatto di queste piogge sul territorio e su agricoltura e zootecnia ci sarebbe molto da dire: la forte anomalia per alcuni versi costituisce un vantaggio sulla disponibilità di risorse idriche, ma per altri versi ha costituito e sta costituendo un’avversità con conseguenze spesso gravi: dalla cascola di frutti, a causa degli eventi di vento forte associati, ai danni al foraggio in corso di fienagione, ai cereali in fase di maturazione, alla vite per alcuni focolai di peronospora ancora sotto osservazione, per non parlare della grandine che localmente ha danneggiato pesantemente la produzione. Si tratta di situazioni in corso di valutazione, anche per la disomogeneità spaziale con cui hanno interessato il territorio.
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