Il premio “Musica e Cultura” è un riconoscimento istituito nel 2011 dalle associazioni “Casa memoria Felicia e Peppino Impastato”, “Musica e Cultura” e “Centro Impastato di Sanremo”, e viene consegnato il 9 maggio a Cinisi, alla fine del corteo che ogni anno, dal 1979, si svolge tra la sede storica di Radio Aut e la casa di Peppino Impastato e della madre Felicia.
“Musica e Cultura” è un riconoscimento assegnato agli artisti il cui percorso professionale e culturale si caratterizza per una forte componente di impegno etico e sociale, attraverso la promozione dell’uguaglianza, dell’internazionalismo, del pacifismo e della libertà. I valori fondativi di ogni vero rinnovamento sociale, politico e culturale.
Il premio prevede due riconoscimenti: all’artista che si è distinto per la migliore produzione dell’anno e all’artista che con il suo percorso ha contribuito ad alimentare e mantenere viva la memoria di Peppino Impastato. Nelle passate edizioni è stato assegnato a importanti musicisti come Roy Paci, Daniele Sepe, Têtes de Bois, Modena City Ramblers, Maurizio Capone e a personalità forti che con la loro attività hanno tracciato traiettorie di impegno in grado di segnare nel profondo la nostra società: don Andrea Gallo e la comunità di San Benedetto al porto di Genova, Ascanio Celestini, il vignettista Vauro, l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano.
L’edizione 2020 del “9 Maggio”, nelle intenzioni dei numerosi soggetti che da mesi lavorano alle iniziative che si sarebbero dovute svolgere sui territori di Cinisi e Terrasini, segnava marcatamente la necessità del ritorno alla riflessione profonda sui temi dell’impegno contro le mafie, della revisione critica del concetto di legalità, della necessità di tornare all’attività politica nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università, nei quartieri delle nostre città.
Purtroppo l’emergenza sanitaria e il conseguente lockdown obbligano, per la prima volta dalla barbara uccisione di Peppino, a svolgere parzialmente quanto era stato pianificato e in una forma solo virtuale: in streaming sui canali social di “Casa Memoria” e di “Rete cento passi”.
In merito alle motivazioni dei riconoscimenti a Imparato e Lega, fanno sapere dall’Associazione Musica e Cultura, “ci affidiamo alle parole di Peppino e a quelle di Franco Scaldati, che col suo teatro ha direttamente contribuito alla formazione culturale dei giovani del circolo “Musica e Cultura”, per mettere in evidenza quanto i due artisti premiati quest’anno rappresentino per noi gli eredi più autentici di una tradizione culturale e artistica che vede negli sconfitti, nei diseredati, nei dimenticati del mondo, l’umanità portatrice del germe dell’alterità, della possibilità urgente di cambiamento”
«La bellezza è degli sconfitti. Il futuro non è dei vincitori, è di chi ha la capacità di vivere. E chi ha la capacità di vivere, di essere totalmente sé stesso, è inevitabilmente sconfitto. È qui il seme che crea e si traduce in futuro, vita: una sconfitta di straordinaria bellezza. Le facce degli sconfitti, le loro voci, continuano ad esistere. Sono i vincitori che non esisteranno più. Questo è il grande splendore dell’esistenza». (Franco Scaldati)
«È una grande manifestazione popolare il cui significato si individua in due punti essenziali: condanna aperta dell’attuale classe dirigente per l’inefficienza ormai lungamente dimostrata nel risolvere i problemi più urgenti e vitali dell’isola: ferma volontà di rompere con un mondo e con una maniera di condurre la cosa pubblica, tutte cose che puzzano di marcio[…] La schiera dei marciatori, cui si aggiungono gruppi di gente, contadini, operai della valle del Belice, ha portato “pane e tumazzu” per fare colazione, durante le soste dell’estenuante marcia. Dai loro volti segnati dalle fatiche del lavoro e dalle lunghe sofferenze traspaiono fermezza e soddisfazione: uno stato d’animo davvero sorprendente per la gente di questa zona che conosce molto da vicino la prepotenza di certi personaggi, il “bavagghiu” alla bocca e la lupara”» (Giuseppe Impastato, reportage sulla marcia della protesta e della speranza organizzata da Danilo Dolci nel 1967).
Melino Imparato, attore, erede e custode dello spirito, della poetica e del metodo laboratoriale maturato in decenni di teatro insieme a Franco Scaldati, è oggi una delle voci più fiere e indomite del teatro italiano.
La dedizione con la quale prosegue il percorso poetico scaldatiano, verso un teatro “che sia portatore di poesia, poesia violenta, che chiede implicitamente un cammino più solidale fra gli uomini, senza guardarsi allo specchio, senza appagarsi di se stesso”, luogo di incontro fisico, palcoscenico e laboratorio dal quale restituire alla città di Palermo “lo smagliante sogno di quarant’anni di dolci lacrime e abbaglianti sorrisi, quarant’anni di stupori e di sgomenti, il cuore d’oro della città che veste di stracci”, fanno di Melino Imparato un presidio poetico imprescindibile affinché la città non perda irrimediabilmente la propria anima e la propria memoria.
Alessio Lega è un poeta, cantautore, scrittore e traduttore anarchico, uno dei massimi esperti della canzone politica mondiale. I suoi dischi offrono una corsia preferenziale a quanti vogliano conoscere, attraverso la forma canzone, le tematiche della poesia libertaria.
In tutta la produzione di Alessio Lega sorprende la capacità di raccontare storie, lotte e passioni. Le parole di Lega si “incarnano” e, una volta ascoltate, restano nella memoria, brani di una storia collettiva, inarrestabile e viva, che aspira a scuotere il nostro presente anestetizzato.
Il suo ultimo lavoro, “Nella corte dell’Arbat. Le canzoni di Bulat Okudžava”, è uno dei più bei dischi italiani degli ultimi anni.
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