• Non riparte l’iter per l’opera da 425 milioni di euro
  • Non basta alla Regione il parere dell’Avvocatura dello Stato
  • La gara era stata sospesa per presunti conflitti di interesse
  • L’opera ‘faraonica’ è forse la maggiore mai realizzata in Sicilia in tempi moderni

Non basta alla Regione siciliana il parere dell’Avvocatura dello Stato secondo cui non ci sarebbe nessun conflitto di interesse che renda necessario un intervento correttivo da parte della Regione siciliana nel percorso di assegnazione della gara per la progettazione del mega centro direzionale della Regione da realizzare a Palermo.

La gara resta bloccata

L’iter per la realizzazione dell’opera resta bloccato e il dirigente generale dell’Ispettorato tecnico della Regione chiede alla stessa Avvocatura di aggiornare il proprio parere alla luce di nuovi dati che comunica con una lettera ufficiale del 3 giugno. In particolare additando altre collaborazioni recenti fra presidente della Commissione e aggiudicatario e in particolare una collaborazione professionale in atto per opere 2020-2021.

Cosa diceva il parere dell’Avvocatura

Andiamo per ordine. La Regione, nel primo parere richiesto, ipotizzava di apportare lievi modifiche al bando e di sostituire l’intera commissione ma prima ancora di prendere in esame le soluzioni ipotizzate dalla Regione. L’Avvocatura dello Stato ferma tutti. “Prima ancora di apprezzare le soluzioni ipotizzate – scrive l’avvocatura dello Stato – è necessario verificare se ricorra o meno una situazione conflittuale”. La risposta dell’avvocatura in un parere di tre cartelle o poco meno è ‘NO’ non ricorre alcun conflitto.

“Fra il Presidente della Commissione e il primo classificato sono intercorsi rapporti professionali in 4 occasioni: nel 2001, nel 2012 e due volte nel 2015… la procedura di gara si è connotata in due gradi connotati da altissimo grado di segretezza… a garanzia dell’anonimato dell’intero procedimento”.

Poi l’avvocatura si sofferma ulteriormente sul disciplinare che prevede “l’esclusione dei concorrenti che fossero partner abituali di affari o di progetto dei membri della Commissione giudicatrice…”.

Dopo l’apertura dei plichi il Presidente ha dichiarato di non incorrere in alcuna causa di astensione o incompatibilità, dichiarazione che l’avvocatura dice “veritiera e rispettosa delle tassative ( e dunque non ampliabili) prescrizioni”.

Sono 4 i motivi riportati: non ha svolto alcuna funzione relativamente al contratto del cui affidamento si tratta; non ha ricoperto alcuna carica pubblica nel biennio antecedente l’indizione della gara; non è dimostrato che abbia un interesse finanziario, economico o personale che costituisca minaccia alla sua imparzialità o indipendenza; non risulta abbia avuto negli ultimi tre anni rapporti finanziari (in prima persona) con il soggetto con cui ha avuto rapporti di collaborazione (da ultimo nel 2015) ovvero che abbia con tale soggetto rapporti di frequentazione abituale.

Infine l’Avvocatura cita decisioni dell’autorità anti corruzione e dei tribunali italiani per sostenere che “secondo la costante giurisprudenza sul punto… la situazione sopra delineata non configura, nemmeno sul piano potenziale una situazione di conflitto di interessi che possa giustificare l’adozione delle misure” ipotizzate dalla Regione ” a maggior ragione tenuto conto dell’altissimo livello di riservatezza della procedura…l’anonimato dei concorrenti… è stato pressoché assoluto”.

L’Avvocatura conclude ritenendo che “non sussista alcun conflitto di interesse – ne concreto ne potenziale -…e che pertanto il procedimento di scelta possa concludersi sulla base dell’attività fin qui svolta”.

Gli ulteriori dubbi della Regione

Ma per il Dipartimento tecnico tutto questo non basta perché ci sono collaborazioni più recenti. Con una nota di giovedì scorso, 3 giugno, però, il dirigente generale Salvatore Lizzio scrive all’Avvocatura chiedendo ‘qualora lo ritenesse necessario’ di aggiornare il proprio parere alla luce di ulteriori elementi emersi.

Alle note collaborazioni fra aggiudicatario della gara di progettazione e presidente della Commissione, che si fermavano al 2015, la Regione annuncia di averne ‘scovate’ altre, una risalente al 2017 ‘Copertura del MontPellier – Sud della Francia – Stazione TGV’ ma soprattutto, sottolinea Lizzio, “Si rappresenta che fra il prof Arch Marc Mimram  e Francois Leclercq (Architetto) vi è collaborazione lavorativa per la realizzazione a Meudon – Housing Student residence – 2017 ongoing e il Centro di impianti sportivi a Meudon, 2020 – 2021.

Quest’ultima indicazione ‘aggiuntiva’ farebbe venir meno il parere dell’avvocatura incentrato anche su pronunciamenti dell’Anticorruzione e dunque torna a mettere tutto in subbio

La gara del mega progetto

Si tratta della gara da 425 milioni di euro per il Centro direzionale, la mega struttura che dovrebbe accorpare, a Palermo, gli uffici della Regione siciliana. “Stiamo esaminando il caso – aveva spiegato il dirigente generale del dipartimento regionale Tecnico, Salvatore Lizzio – e abbiamo chiesto un parere all’Ufficio legale della Regione e all’Avvocatura dello Stato. A breve, comunque, verrà presa una decisione sulle modalità con cui far ripartire la procedura e riprendere l’iter per la realizzazione dell’opera che, a regime, farà risparmiare alla Regione oltre 25 milioni di euro l’anno di fitti passivi”.

Cosa sarebbe

Potrebbe essere un investimento consistente che potrebbe arrivare fino a mezzo miliardo di euro. Sarebbe la più grande delle ‘grandi opere’ che dovrebbero caratterizzare la Sicilia (QUI LE ALTRE). Si finanzierebbe da sola attraverso la dismissione degli affitti che attualmente costano alla Regione circa 20 milioni di euro ogni anno (il solo stabile occupato dall’assessorato regionale all’Economia in via Notarbartolo costa 1 milione e 600 mila euro l’anno di affitto). Dopo 20 anni (o forse meno) per la Regione rappresenterebbe un risparmio netto in bilancio oltre a tutti i risparmi indiretti legati al fatto che tutti gli uffici (o quasi) saranno concentrati in un’unica area. Una scelta che avvantaggerà anche il cittadino che troverà raggruppati tutti gli uffici regionali.

Qualche cenno sul progetto di fattibilità

Il Centro direzionale della Regione Siciliana di cui si tratta dovrebbe essere un complesso unitario che sorgerà in via Ugo La Malfa e sarà sede degli uffici degli assessorati regionali. Prevede un intervento di 425 milioni di euro. Adesso, per l’individuazione del progetto è stato seguito il metodo del concorso internazionale.

La gara

La commissione aggiudicatrice, composta da cinque esperti di profilo internazionale, ha scelto il lavoro presentato dalla mandataria Teknè S.P.A di Milano, società indipendente di ingegneria e consulenza, che opera sia nel settore pubblico che in quello privato, a livello nazionale e internazionale, realizzato dagli studi di architettura Leclercq Associés, Nicolas Laisne, e Clément Blanchet, di Parigi.

La storia è approdata a Striscia la Notizia

La questione dell’appalto per la costruzione del centro direzionale della Regione Siciliana è arrivata anche su Striscia la Notizia che riprende anche alcuni articoli pubblicati da BlogSicilia. Il tg satirico di Canale 5 racconta in breve dell’iter tortuoso che ha portato alla gara, aggiudicata, e su cui adesso vengono avanzati dei dubbi. La commissione di gara, dopo aver vagliato 34 progetti, ha scelto 5 finalisti e tra questi ha fatto la sua scelta: Leclercq Associes. Molti progetti realizzati dallo studio Leclercq, come fa notare Stefania Petyx, sono stati realizzati in collaborazione con il presidente della commissione che ha vagliato i progetti per il Centro direzionale, Marc Mimram.

L’inviata di Striscia mostra molti progetti in cui i due hanno collaborato. I due sono stati anche professori nella stessa facoltà di Architettura. Viene anche mostrato un video in cui lavorano nello stesso gruppo di lavoro in Sicilia. Insomma la gara sembra ‘morta e sepolta’.

 

 

 

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