“Non siamo carne da macello e pretendiamo di lavorare in condizioni normali”. E’ quanto scrivono i rappresentati della segreteria Regionale della Sicilia di Cimo, il Sindacato dei Medici, che in questi anni ha ripetutamente segnalato ai mezzi di informazione e alle autorità preposte i gravissimi episodi di violenza subiti da vari operatori sanitari che operano a vario titolo nell’ambito della Rete delle Emergenze della Sanità siciliana.
“I Pronto Soccorso degli Ospedali siciliani sono terra di nessuno, – aggiungono i sindacalisti – un vero e proprio far west dove può accadere di tutto, come dimostra l’animalesca imboscata messa in atto il 1° gennaio di quest’anno ai danni di un malcapitato medico di Catania, reo di aver detto di no ad un cosiddetto “uomo d’onore”, ad un criminale della peggior specie, ad un codardo che ha avuto bisogno di uno squadrone di suoi pari per poter malmenare selvaggiamente e indisturbato un uomo solo, la cui unica colpa era quella di difendere la privacy di una paziente, minacciata da una bestia travestita da essere umano”.
Il Cimo Sicilia torna a chiedere l’intervento della politica e delle autorità preposte. “Dopo gli insulti, gli sputi, gli schiaffi, i pugni e i calci subiti da medici e infermieri a causa delle inefficienze e delle lentezze della Sanità pubblica i cui responsabili sono da ricercare su ben più comode poltrone – aggiungono i sindacati – adesso gli operatori sanitari devono guardarsi le spalle anche dalla criminalità organizzata, da chi controlla il territorio in modo ben più organizzato di quello Stato che dovrebbe proteggerci e che in quelle trincee è invece il grande assente.
Abbiamo inviato formale richiesta di audizione presso la Commissioni Sanità e la Commissione Antimafia dell’Assemblea Regionale Siciliana. Torniamo a chiedere un deciso ed efficace intervento dei Signori Prefetti di tutte le città siciliane. Chiediamo l’intervento dei Sindaci delle nostre Città”.