Primo tavolo tecnico in Sicilia sulla figura dei mediatori culturali con le criticità subito venute a galla. A cominciare dai compensi ritenuti dagli addetti ai lavori troppo bassi. Dalla Regione l’apertura ad adeguare le indennità mentre si pubblica il primo elenco regionale suddiviso in categorie per questi professionisti. In questo modo si mette ordine su una professione emergente e sempre più importante. Il mediatore culturale si occupa di favorire i contatti dei cittadini stranieri immigrati con istituzioni e imprese, ne agevola l’accesso ai servizi pubblici e privati e li assiste, inoltre, nel collegamento con il mondo del lavoro.
Intanto da registrare l’importante riscontro di pubblico e soprattutto di mediatori e facilitatori culturali e linguistici. In tanti hanno presenziato a questa prima edizione del seminario “Conoscere, comprendere, facilitare”, promosso dall’assessorato regionale della Famiglia e delle Politiche sociali e organizzato da Panastudio. L’evento, che si è concluso nella sala “Schembri” della residenza universitaria Ersu “Santi Romano” a Palermo, ha rappresentato un momento cruciale. Soprattutto per mettere in evidenza il ruolo fondamentale dei mediatori linguistici culturali e dell’elenco regionale cui hanno partecipato in presenza più di cento mediatori culturali e 150 in diretta streaming. Il seminario ha riunito un’ampia varietà di partecipanti, tra cui rappresentanti istituzionali, enti, e professionisti del settore, evidenziando l’importanza di questa figura professionale e delle risorse offerte dall’elenco regionale.
Un punto chiave dell’evento è stato l’elenco regionale dei mediatori culturali, un prezioso strumento ancora poco conosciuto ma estremamente utile per facilitare la comunicazione e promuovere la comprensione reciproca tra i diversi attori presenti in Sicilia. L’evento ha enfatizzato come questo elenco possa collegare istituzioni, privati e diverse culture presenti in Sicilia, svolgendo un ruolo essenziale nella creazione di connessioni significative. Durante il seminario, è emersa anche la questione dei diritti economici dei mediatori culturali. Si è sottolineato che questa professione, nonostante il suo ruolo vitale nella società moderna, spesso riceve una remunerazione insufficiente. Il dibattito aperto su questa questione ha portato alla necessità di promuovere l’esigenza assoluta del riconoscimento e della compensazione adeguata per i mediatori culturali.
L’evento ha visto una massiccia partecipazione di addetti ai lavori, stakeholder, enti e istituzioni siciliane, sia durante la prima parte della giornata che nel pomeriggio. Aperto un dibattito all’interno di un tavolo tecnico con le istituzioni e i mediatori. “È una giornata, così la voglio definire, – dichiara Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del dipartimento Politiche sociali – che ci permette di fare il punto della situazione. È innegabile quanto sia importante la figura del mediatore linguistico culturale in un mondo sempre più globalizzato. Come è giusto che sia, occorre definire meglio quelle che sono le legittime richieste dei professionisti della mediazione. Questa bella giornata conferma l’attenzione e il buon lavoro che l’assessorato, con il mio dipartimento, sta portando avanti, con la giusta celerità che i cittadini ci chiedono. Noi vogliamo continuare a contribuire alla valorizzazione e al rilancio della figura del ‘mediatore linguistico culturale’ attraverso la legge regionale 20 del 2021 sull’accoglienza e l’inclusione. All’articolo 13 si istituisce l’elenco dei mediatori culturali necessario, anzi indispensabile, nei diversi ambiti: scolastico, sanitario, comunità alloggi, centri di accoglienza, tribunali e tanto altro, sia nel settore pubblico che privato”.
Il tavolo tecnico ha sviluppato un dibattito coordinato da Thaila Poli, protection assistant Unhcr, insieme al dirigente regionale Saverino Richiusa. Numerosi contributi sono stati espressi dagli esperti partecipanti, condividendo le prospettive durante il dibattito. A partecipare Karim Hannachi, coordinatore dell’osservatorio regionale sul fenomeno migratorio; Yodit Abebe Abraha, operatore sociale; Albert Kalenda Kabongo, esperto in mediazione linguistico-interculturale; Ibrahima Ouattara Kobena, esperto in cooperazione, sviluppo e migrazioni; Mbaye Gueye, coordinatore di “Civico Zero” Save the Children; Solomon Simon, mediatore linguistico e culturale in “Frontiera” Save the Children; Maryem Choukrallah, senior field assistant Unhcr; Bijou Nzirirane dell’università di Palermo e dirigente sindacale Cgil. Durante l’evento, la dirigente regionale Michela Bongiorno ha annunciato la pubblicazione del decreto relativo all’elenco dei mediatori culturali linguisti, aggiornato alla data di settembre 2023. Un passo significativo nell’ottica di migliorare la conoscenza e l’utilizzo di questo importante strumento.
Un importante contributo è giunto dall’Ersu per la collaborazione e l’impegno nel promuovere il progetto, anche nel mondo universitario. “L’importanza di questo seminario – ha aggiunto Michele D’Amico, presidente di Ersu Palermo – risiede nella sua capacità di promuovere una comprensione più profonda del ruolo dei mediatori linguistici culturali e dell’elenco regionale, gettando le basi per un futuro migliore per questa professione essenziale nella società contemporanea a partire dal mondo universitario. Lo stesso Ersu rappresenta uno dei soggetti che possono avere bisogno di questa figura professionale per dialogare con la propria utenza, considerato che offriamo benefici e servizi a studentesse e studenti provenienti da 66 nazioni e che nelle nostre case dello studente sono residenti giovani provenienti da 30 Stati diversi”.