Il gip Filippo Serio ha firmato un’ordinanza con cui ha disposto un’altra ordinanza di aggravamento della misura nei confronti di una donna che gestiva un’agenzia di disbrigo pratiche che mentre si trovava ai domiciliari ha contattato al telefono un indagato.
Il provvedimento è stato emesso per Giovanna Passavia, palermitana di 52 anni arrestata a febbraio scorso insieme ad altri sette funzionari della motorizzazione e tredici responsabili di alcune agenzie di disbrigo pratiche. Nonostante i domiciliari la funzionaria, come accertato dagli investigatori, avrebbe continuato a comunicare con Luigi Costa, accusato di corruzione e accesso abusivo al sistema informatico e considerato il fulcro dell’inchiesta.
La donna è accusata di avere attestato il falso, dietro il pagamento di una somma, garantendo la buona riuscita di alcune pratiche per il collaudo o consentendo a qualcuno di avere una carta di circolazione che diversamente non avrebbe potuto ottenere. Dopo il blitz Luigi Costa, trovato in possesso di mezzo milione di euro, sequestrato dagli agenti di polizia giudiziaria della polizia stradale, era stato sorpreso a dialogare proprio con Giovanna Passavia nonostante a entrambi avessero vietato di parlare con chiunque se non con i familiari o con i loro conviventi.
A casa di uno dei funzionari coinvolti trovati 590mila euro in contanti
Il funzionario direttivo della Motorizzazione Luigi Costa nel 2013 era finito in un’altra inchiesta. Allora aveva patteggiato una pena per ad un anno e 3 mesi. Era finito sotto indagine per falso e accesso abusivo al sistema informatico. Secondo quanto hanno accertato gli investigatori Costa era stato spostato all’assessorato regionale ai Trasporti, ma dopo qualche anno era tornato alla motorizzazione. Adesso è finito ai domiciliari per corruzione, abuso e violazione del sistema informatico. Dentro l’abitazione di Costa gli agenti hanno trovato 590mila euro in contati.
L’operazione e i 21 arresti
Gli agenti della Polizia di Stato hanno dato esecuzione a 21 misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di funzionari e dipendenti della Motorizzazione Civile di Palermo, nonché nei confronti di numerosi responsabili di agenzie disbrigo pratiche automobilistiche. Numerose le perquisizioni effettuate presso la Motorizzazione e le Agenzie disbrigo pratiche automobilistiche.
Sequestrati centinaia di fascicoli. L’indagine ha avuto inizio nel 2020 e ha visto impegnati, per oltre due anni, gli investigatori della Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale di Palermo in una complessa ed articolata attività di indagine coordinata dalla locale Procura, anche con l’ausilio di sofisticate apparecchiature di intercettazioni audio e video.
Gli accertamenti hanno consentito di richiedere e ottenere la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di 8 funzionari della Motorizzazione civile di Palermo e di 13 responsabili di Agenzie disbrigo pratiche ricadenti nella provincia di Palermo. I reati contestati sono di corruzione, accesso abusivo a sistema informatico o telematico, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Sono 187 i capi di imputazione e 42 gli indagati. L’attività di indagine condotta dalla Polizia Stradale ha preso le mosse dall’attività di monitoraggio e repressione del fenomeno del riciclaggio di auto, in particolare attraverso l’analisi delle pratiche di nazionalizzazione (immatricolazione dei veicoli provenienti dall’estero) evase dalla Motorizzazione di Palermo.
Le irregolarità
Secondo quanto emerso dal prosieguo delle indagini, tali irregolarità sarebbero state effettuate da 8 Funzionari della Motorizzazione della cosiddetta “area Veicoli”, che, in cambio di tali procedure, ritenute dagli investigatori irregolari, avrebbero ricevuto un ingiusto compenso economico dai titolari di alcune Agenzie di Disbrigo Pratiche.
E’ così emersa una diffusa consuetudine che prevedeva la consegna di somme di denaro ai pubblici ufficiali all’interno delle carpette contenenti la documentazione che ciascuna agenzia avrebbe dovuto depositare presso gli uffici della Motorizzazione, al fine di consentirne l’esame al Funzionario preposto. In molti casi le consegne di denaro in favore dei pubblici ufficiali sono state documentate attraverso intercettazioni video. Oltre 60 gli episodi per cui i Pubblici Ufficiali sono risultati indagati per specifici reati di corruzione in relazione alla trattazione di pratiche riguardanti circa 100 veicoli. Un quadro indiziario ritenuto “grave” dal gip presso il Tribunale di Palermo che ha spiccato la misura cautelare nei confronti di 21 persone e disposto il sequestro preventivo di somme per oltre 35 mila euro.
Commenta con Facebook