Da una parte i sostenitori del papa straniero, possibilmente un imprenditore o un esponente della società civile, dall’altra i puristi della politica per i quali serve un candidato che provenga dai partiti che compongono la coalizione. Matteo Renzi arriva a Palermo e trova un Pd alla ricerca dell’uomo in grado di guidare lo schieramento per le Regionali e con il rebus Crocetta da risolvere.
Il governatore è ufficialmente in campagna elettorale (come testimoniano i manifesti comparsi in diverse città siciliane in cui fa capolino il solo simbolo del Megafono) e solo alcuni giorni fa ha fatto appello allo statuto del Pd ricordando che l’uscente ha il diritto a ricandidarsi, così ha rilanciato anche l’idea delle primarie di coalizione che per molti sono oramai una pista difficile da battere per ragioni di tempo e di equilibri politici.
Proprio la parte che punta ad una figura politica anziché uno ‘straniero’ da candidare alla presidenza, infatti, crede che sia utile allargare il più possibile la coalizione investendo del ruolo un esponente proveniente da altri partiti. Magari un moderato, per evitare che l’area possa essere ammaliata dalle sirene provenienti dal centrodestra.
L’operazione, quindi, servirebbe ad agganciare quante più componenti possibili, ma anche a scongiurare mal di pancia interni qualora ci fosse l’esigenza di pescare un nome all’interno del Pd. A tal proposito i rumors che circolano con insistenza sono sempre gli stessi: Giuseppe Lupo, Antonello Cracolici e Davide Faraone.
La maggioranza tuttavia propende nel cercare una figura esterna. Così a più riprese si è parlato di imprenditori (perlopiù vitinicoli) del made in Sicily e più recentemente si sarebbe fatto anche il nome del professore Giovanni Fiandaca, mentre circola anche il nome del rettore di Palermo, Fabrizio Micari, che sarebbe sponsorizzato dal sindaco Leoluca Orlando.
In questa situazione di impasse sulla candidatura (per carità, al momento anche il centrodestra non brilla per dinamismo e convergenze) sembra quasi un ossimoro quel ‘Avanti’, titolo dell’opera letteraria di Matteo Renzi che verrà presentata alle Terrazze di Mondello.
Già, una location glamour, decisamente meno austera di una sezione di partito dove gli occhi vispi di Gramsci e Berlinguer sembrano ancora sorvegliare quanto accade. Ma quello sembra un altro Pd (e soprattutto un lontanissimo Pci): il nuovo corso al radical preferisce lo chic e chissà magari in riva al mare, quasi come in mitologia (siamo sempre in Sicilia…), spunterà fuori il candidato governatore.