Mariangela Di Gangi lancia la sua candidatura a sindaca di Palermo dai microfoni di TalkSicilia. Intervistata da Manlio Viola (direttore di Blogsicilia), Di Gangi ha raccontato il suo excursus nel mondo sociale e politico, spiegando le ragioni della sua candidatura.
“Ho due vite. Una trascorsa dentro ai palazzi della politica, l’altra l’ho vissuta e la vivo nel sociale. Ho cominciato la mia attività nel 2006, accanto a Rita Borsellino. Da attivista e da operatrice sociale, poi ho avuto il privilegio di attraversare tutte le periferie, a partire dallo Zen di Palermo”. Proprio nel 2006, infatti, Di Gangi è al fianco di Rita Borsellino nella fondazione del movimento politico “Un’altra storia”. Quel movimento politico faceva della partecipazione il suo elemento portante. Poi, la scelta di mettere da parte la militanza di partito. “Quando mi sono resa conto che quello che serviva alle persone era difficile da ottenere soltanto con la politica, ho scelto di andare a lavorare con le persone che erano ai margini”. Così nel 2012, diventa presidente del Laboratorio Zen Insieme. “Da allora, ho sempre provato in piccolo a costruire e sperimentare un metodo che dovrebbe valere per tutti i quartieri della nostra città: una politica di prossimità, che consiste nel restare vicini, con una visione politica chiara, a tutte quelle persone che hanno bisogno di essere coinvolte nella vita civile e sociale del nostro paese”.
Cosa ha spinto Mariangela Di Gangi a lanciarsi nella corsa verso Palazzo delle Aquile? “Credo nella forza delle idee oltre che nella riconoscibilità delle persone. Qualcuno mi reputerà un outsider, una persona poco conosciuta”. Ma questo, non appare un limite: “diciamolo chiaro – continua Di Gangi – per la sindacatura di Palermo non ci sono grandi nomi all’orizzonte. Chiunque voglia affrontare la sfida di questa campagna elettorale dovrà battere il territorio palmo a palmo. Ci sarà bisogno di tempo e quindi dovremo decidere in fretta quale sarà il nostro programma e quale la proposta politica”.
“Probabilmente dalla mia parte c’è la costanza di un impegno e la capacità di aver messo insieme mondi così diversi, una strategia che può segnare la differenza. Voglio raccontare alle persone che è finita l’epoca dei politici cchi scagghiuna. Quel tipo di politica ci ha portato in questa condizione, con una classe politica che prometteva di risolvere i problemi dei singoli, senza curarsi della collettività. E’ una politica che non ha costruito soluzioni durature”.