Il deputato regionale Ismaele La Vardera esprime forte indignazione per la concessione di una sala del Comune di Palermo a Nino Mandalà per la presentazione del suo libro. Mandalà, sostiene il deputato, è considerato dagli inquirenti il capomafia di Villabate, con una famiglia storicamente legata a Bernardo Provenzano e senza alcun precedente di pentimento. Pur riconoscendo che le autorizzazioni non passano tutte direttamente dal sindaco, La Vardera sollecita un intervento immediato da parte di Lagalla.
L’evento di cui parla il deputato siciliano, ex iena, sarebbe la presentazione del libro “Marika'” un libro per riflettere sul carcere. La Vardera farebbe riferimento all’evento del 21 giugno scorso, presso la Real Fonderia Oretea del Comune di Palermo. Il libro ripercorre una storia d’amore, di passione e dolori che si intreccia con i profili di uomini incontrati nelle carceri dove l’autore, in passato, è stato recluso. Edito da Guida, il libro è un invito a riflettere sulla giustizia, sui tempi dei processi, sulla carcerazione preventiva. Nel corso dell’evento sì doveva discutere della situazione carceraria in Sicilia e sullo stato attuale dell’applicazione delle misure alternative alla detenzione.
“Questa storia è incredibile, una sala ufficiale del Comune di Palermo è stata concessa a Nino Mandalà, considerato dagli inquirenti il capomafia di Villabate, per presentare il suo libro. Una storia che ha dell’incredibile perché questo signore qui non si è mai pentito, la sua famiglia è sempre stata vicino a Provenzano e il Comune che fa? Gli concede una sala per una presentazione in pompa magna con tanto di autorizzazione”. questa la denuncia di Ismaele La Vardera.
“Io mi chiedo come queste cose risultino normali all’interno dei palazzi, io mi chiedo come sia possibile che ciò accada. Spero vivamente che il sindaco Lagalla prenda provvedimenti immediati su una situazione come questa. Sia chiaro le varie autorizzazioni non passano mica tutte dal primo cittadino, ma davanti ad una cosa come questa non si può restare a guardare. Siamo diventati la barzelletta d’Italia e questa sera alle 21,30 racconterò questa storia in diretta su Rai 3 durante il programma, Lo stato delle cose, di Massimo Giletti”.
“Ho partecipato nel mese di giugno alla presentazione del libro Marika scritto da Nino Mandalà già condannato per mafia che ha scontato la sua pena e che, nei pochi incontri avuti con lui, ha manifestato la volontà di riconciliarsi con la vita attraverso la scrittura. Non sono prete e non do assoluzioni, non sono magistrato e non condanno nessuno, credo nel carcere che riabilita e lì, vince lo Stato. Sapevo che c’era stata una precedente presentazione alla Fonderia nel 2016 e una nella sala del Consiglio Regionale della Campania, ma lo avevo conosciuto alla presentazione di un suo scritto presso una libreria di Palermo, alla presenza di Laura Efrikian con la quale il Mandalà aveva avuto rapporti epistolari. Marika è un romanzo che non esalta l’autore e il suo passato ma la ricerca di una rinascita, come scrive bene nella sua prefazione il portavoce nazionale dei garanti territoriali”. Lo dice Pino Apprendi Garante Comunale dei detenuti di Palermo.