La mamma di una piccola paziente ha aggredito una dottoressa in servizio al pronto soccorso dell’ospedale Di Cristina a Palermo. Per cause in corso di accertamento la donna ha iniziato a inveire contro il medico in servizio all’ospedale dei Bambini.
Sono dovuti intervenire i carabinieri per riportare la calma. Sono in corso indagini per stabilire se la donna sia passibile di denuncia per interruzione di pubblico servizio.
Ennesima aggressione al Pronto Soccorso di Castelvetrano. Provvidenziale l’intervento dei carabinieri che bloccano l’uomo responsabile della violenza e lo denunciano per resistenza a pubblico ufficiale e aggressione a personale sanitario. L’aggressore, di 58 anni , aveva portato l’anziano fratello di circa ottanta anni al Pronto soccorso nella mattinata per un controllo urgente sullo stato di salute. Nel momento in cui, dopo qualche ora, l’anziano è stato dimesso, pronto per salire in auto per andare a casa si sarebbe sentito di nuovo male e avrebbe perso i sensi.
Il fratello a questo punto sarebbe risalito al pronto soccorso inveendo prima contro un infermiere, per poi colpirlo prendendosela un po’ contro tutto e tutti. L’arrivo dei carabinieri ha evitato il peggio e alla fine anche l’aggressore in stato collerico avrebbe ricevuto le cure degli stessi sanitari, mentre l’anziano veniva monitorato con altri accertamenti. «Una situazione davvero insostenibile figlia – come dice il responsabile del pronto soccorso il dottore Pippo Giammarinaro- di un organico ridotto da tredici unita a due più la mia presenza. Un reale rischio clinico per i pazienti e per gli operatori sanitari».
I tre medici vengono supportati da colleghi di altre Unità operative. Il pronto soccorso soffre anche della riduzione dei posti letto, dell’assenza di medici durante la notte, per non parlare dei lavori dell’adeguamento dei locali che dovevano durare tre mesi e che invece vanno a rilento.
I medici del pronto soccorso non hanno voglia di parlare, ma a proposito delle aggressioni parlano di un ambiente stressato per la carenza del personale e dei locali angusti. Spesso la sera arrivano persone che chiedono da mangiare affermano, e cerchiamo di renderci utili. «Bisogna capire l’ansia dei familiari che reagiscono, anche a causa del basso livello culturale, spesso guidati dall’istinto che poi magari li porta a chiedere scusa».
È anche un problema di comunicazione -afferma un medico dell’Ospedale. Bisogna calibrarla a seconda con chi hai davanti. Dobbiamo noi medici e infermieri essere anche psicologi con i familiari e poi dovrebbe esserci una linea diretta con i servizi sociali. La dottoressa Antonella D’Angelo, in servizio presso l’ASP di Trapani per molti anni e in prima linea al pronto soccorso di Castelvetrano, raggiunta telefonicamente nella città del nord dove lavora, dice: «Da osservatore esterno, quale sono oggi, condivido un punto di vista che accomuna gran parte delle aree di emergenza. L’impossibilità a soddisfare le richieste dell’utenza ha diverse matrici : da un canto il personale e gli strumenti di supporto sono carenti, i percorsi di presa in carico e cura risultano complessi per la dislocazione periferica dell’ospedale di Castelvetrano che deve veicolare l’utenza verso altri nosocomi della provincia ed oltre ; mancano sul territorio molti ambulatori specialistici che potrebbero alleggerire il carico di lavoro nell’area di emergenza». (ei)
A Mirabella Imbaccari un ventinovenne e un quarantaduenne si sono affrontati per futili motivi in piazza Vespri, armati di una lunga ascia e di una mannaia. Il primo è stato arrestato e posto ai domiciliari. Il secondo è finito in ospedale con una prognosi di 30 giorni. I carabinieri, giunti sul posto dopo una segnalazione, hanno accertato che il più giovane aveva aggredito, armato di una lunga ascia, il quarantenne che sarebbe stato armato di una mannaia, che nel frattempo si era presentato nell’ospedale di Caltagirone con una frattura a un omero e varie ferite in tutto il corpo provocate da un’arma da taglio.
Gli agenti della squadra mobile di Palermo ha eseguito un’ordinanza cautelare in carcere nei confronti di un uomo accusato di tentato omicidio nei confronti di un medico dell’ospedale Cervello.
Il provvedimento è del gip di Palermo. L’uomo ha aggredito il medico lo scorso 21 febbraio, quando il professionista non ha voluto prescrivere un farmaco. Il medico, mentre si trovava nella sua stanza di servizio ed era impegnato in una conversazione telefonica, è stato raggiunto dal suo aggressore, che con taglierino aveva iniziato a colpirlo al volto, provocando una grave lesione all’orecchio destro, e al braccio sinistro, recidendone un tendine.
Secondo le indagini sarebbe lui l’aggressore come confermato anche da alcuni testimoni.
“L’escalation di violenza ai danni degli infermieri va fermata subito. Le strutture sanitarie e ospedaliere non possono diventare un campo di battaglia, in cui vengono minacciati o ancora peggio picchiati, professionisti che ogni giorno assicurano un servizio indispensabile all’utenza”. Lo dice il presidente dell’ordine degli infermieri di Palermo, Antonino Amato, commenta l’aggressione di un’infermiera avvenuta al pronto soccorso dell’ospedale Ingrassia di Palermo.
“Questo ennesimo episodio gravissimo testimonia un clima ormai intollerabile – aggiunge Amato – che noi da tempo segnaliamo e denunciamo. Occorre che immediatamente alla Prefettura di Palermo si riunisca un tavolo del quale facciano parte tutti i soggetti coinvolti, come l’Ordine degli Infermieri, per predisporre interventi e azioni di contrasto efficace contro queste assurde forme di violenza”.