Il dipartimento della giustizia minorile ha rafforzato i controlli del complesso “Malaspina” di Palermo ma i sindacati di polizia penitenziaria non ci stanno. Decisione adottata dal capo del dipartimento e impartita alla direzione dell’istituto penale palermitano. Si presume per i fatti accaduti alla procuratrice della Repubblica dei minori Claudia Caramanna. Nei giorni scorsi qualcuno si è introdotto all’interno del suo ufficio mettendolo a soqquadro.

La presa di posizione dei sindacati

Si registra la presa di posizione durissima dei sindacati Uilpa PolPen di Gioacchino Veneziano, Uspp di Francesco D’Antoni, Fns Cisl di Domenico Ballotta ed Fp Cgil Alfio Giurato. “Abbiamo appreso con stupore – dichiarano i quattro dirigenti sindacali regionali della Sicilia – dell’ordine impartito relativo all’affidamento del presidio di sicurezza del complesso Malaspina. Al personale di polizia penitenziaria dell‘istituto penale di Palermo nelle ore pomeridiane e notturne, nonché h24 nelle giornate festive. Contestiamo in toto, in primo luogo perché nulla in merito è stato comunicato né alle nostre strutture nazionali, né alle nostre organizzazioni di categoria”.

Mancata concertazione

“Eppure appare lapalissiano – aggiungono le sigle – che un provvedimento di tale natura necessiti obbligatoriamente, in quanto rientrante nella materia di organizzazione del lavoro, di una informazione preventiva e relativo incontro con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del comparto sicurezza. Questo perché intacca la sicurezza dell’istituto penale e dell’annesso centro di prima accoglienza”.  La categoria evidenzia poi che sul piano normativo “lascia sgomenti” nel vedere il compito di un corpo di polizia che anziché evolversi compia passi indietro.

Passo indietro

Il passo indietro sarebbe sul fatto che si va a ricoprire la funzione della vigilanza privata nei turni da scoperti. “Senza volere di certo sminuire i compiti delle guardie particolari giurate – precisano i sindacati -, ma certamente non raffrontabili alla importanza e delicatezza dei compiti del nostro corpo. La polizia penitenziaria – concludono Veneziano, D’Antoni, Ballotta e Giurato – è in grado di assolvere la sicurezza di tutto il complesso alla pari delle altre forze di polizia della Stato. Ed è in condizione di tutelare e scortare personalità del ministero della Giustizia e dell’amministrazione penitenziaria, ovviamente con le stesse risorse umane e tecnologiche a disposizione degli altri corpi di polizia”.

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