Nodo elezioni provinciali rinviato, se ne riparlerà a Roma. Spazio, invece, alla richiesta di rappresentanza del centro della coalizione. Si è sviluppato così il vertice di maggioranza di oggi alla Regione. Un incontro durato poco più di un’ora e mezza, che ha posto le questioni attese, ma non ha sciolto nessuno dei temi.
Vertice in grande ritardo
Il vertice di maggioranza è iniziato con quasi tre ore di ritardo a Palermo. Convocato per le 10,30 nella sede secondaria della Presidenza della Regione, in via Magliocco, ha avuto inizio solo poco dopo le 13 ma con la presenza qualificata di tutti i partiti della coalizione.
I presenti
Già la rappresentanza la diceva lunga sui temi sul tavolo. Al vertice erano rappresentati ai massimi livelli tutti i partiti della coalizione con i leader e i segretari regionali dei partiti che sostengono il governo Schifani all’Ars. Per la Democrazia cristiana il segretario nazionale Totò Cuffaro e il segretario organizzativo per la Sicilia Carmelo Pace, mentre Fratelli d’Italia presente con i coordinatori regionali Giampiero Cannella e Salvo Pogliese.
La delegazione di Forza Italia era composta dal coordinatore regionale Marcello Caruso e dal presidente del consiglio comunale di Palermo Giulio Tantillo. Per la Lega al tavolo l’assessore regionale all’istruzione Mimmo Turano, mentre per l’Mpa il coordinatore regionale degli autonomisti Fabio Mancuso. Per Noi moderati, infine, il coordinatore nazionale Saverio Romano e quello regionale Massimo Dell’Utri.
Il nodo della rappresentanza
A tenere banco è stato il coordinatore nazionale di Noi Moderati, Saverio Romano, che solitamente non prende parte ai vertici di caratura regionale, venuto a porre proprio la questione della rappresentanza politica. La formazione centrista, firmataria di un accordo nazionale con Forza Italia, ha già posto il tema a Roma al governo Meloni, e, informalmente, anche a Palermo. Adesso la richiesta di rappresentanza politica è stata formalizzata in maniera diretta. Non ci sono più ostacoli, è stato fatto presente al tavolo, Noi Moderati ha sostenuto questa maggioranza alle regionali e alle Europee (anche con un proprio candidato in lista), adesso vanta anche un deputato regionale (Marianna Caronia che ha lasciato la Lega per aderire al partito di Lupi) e vuole spazio.
I centristi e gli autonomisti
La difficoltà sta nel far quadrare il cerchio con le richieste dell’altro partito federato con Forza Italia ovvero gli autonomisti di MpA. Una obiezione formalizzata anche dal coordinatore azzurro Marcello Caruso e qui la vicenda si interseca con le elezioni provinciali. Per gli autonomisti e per la Dc di Cuffaro è essenziale andare all’elezione diretta per i Liberi Consorzi ma da Roma si punta al rinvio al 2026. Una cosa considerata inaccettabile da tutti gli alleati.
Le provinciali, tema da affrontare a Roma
Per affrontare il tema della provinciali occorre una interlocuzione romana per la quale il tavolo di maggioranza siciliana ha delegato il coordinatore per la Sicilia orientale di FdI Pogliese e lo stesso Romano. Quest’ultimo a Roma è pronto a portare anche il tema della mancata rappresentanza in Sicilia se questa vicenda non si sbloccherà visto che Lupi ha già rappresentato alla Presidente del Consiglio analoga richiesta a livello nazionale che dovrebbe essere evasa a breve con una rappresentanza nazionale, probabilmente con la nomina almeno di un sottosegretario.
Non solo Regione, ma anche comune
Ma il tema della rappresentanza politica non è solo alla Regione ma anche al Comune di Palermo. Altro tema accennato ma non affrontato. La maggioranza è la stessa ma gli attori sono diversi e dunque toccherà ad un altro tavolo affrontare l’argomento dopo che il tuto sarà riportato al sindaco Roberto Lagalla.
La deroga per le province
Ma il primo passo da fare resta quello delle Province. Per questo la delegazione del tavolo andrà a Roma a chiedere un accodo di deroga per la Sicilia dove un ulteriore rinvio delle elezioni non è pensabile anche alla luce della situazione normativa e, in alternativa, svolgere elezioni di secondo livello sarebbe politicamente penalizzante soprattutto per FdI (e 5 stelle dal lato opposto della barricata politica). Sbloccare le elezioni provinciali a suffragio universale, dunque, dovrebbe convenire a tutti anche se i meloniani preferirebbero, invece, lasciare tutto come sta.
Se Fratelli d’Italia insisterà sul rinvio al 2026 sarà, dunque, più complesso risolvere anche gli altri nodi, ma questo sarà tema del prossimo tavolo dopo gli incontri romani.
Il documento ufficiale al termine dell’incontro
I leader dei partiti del centrodestra siciliano, al termine dell’incontro, hanno diffuso un documento congiunto nel quale si parla, comunque, solo del nodo province.
I leader dei partiti del centrodestra in Sicilia ribadiscono “la volontà comune di lavorare in modo unitario per superare ogni ostacolo di natura normativa, burocratica e attuativa legato alla riforma delle Province e per l’elezione diretta dei Presidenti, ritenute scelte strategiche per rafforzare la partecipazione democratica e garantire una rappresentanza effettiva dei cittadini. La Sicilia ha bisogno di istituzioni locali forti e operative, in grado di rispondere concretamente alle esigenze delle comunità. Per questo riteniamo che sia utile dotare la macchina amministrativa di strumenti di governo e indirizzo politico eletti direttamente dai cittadini e capaci di assicurare l’indispensabile legame con le comunità amministrate. L’obiettivo è quindi quello di proseguire nel percorso legislativo già intrapreso, lavorando per superare le attuali criticità e poter così restituire alle Province un ruolo centrale nella gestione dei servizi e nello sviluppo territoriale”.
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