Torna in libertà Salvatore Barone, arrestato il 15 dicembre scorso nell’ambito della operazione Ruina con l’accusa di aver favorito la famiglia mafiosa di Calatafimi Segesta.
Il Gip del Tribunale di Palermo, che ha accolto i rilievi del difensore dell’indagato, ne ha disposto l’immediata scarcerazione stabilendo che non sussistono gravi indizi di colpevolezza che giustifichino la custodia cautelare in carcere, senza disporre alcun altro altro tipo di misura restrittiva.
Barone, noto nel capoluogo per essere stato per oltre un ventennio direttore generale di Atm Spa Trapani, rimane indagato perché secondo gli investigatori, nella qualità di presidente della cantina sociale Kaggera, su indicazione di Nicolò Pidone, presunto capo della famiglia mafiosa di Calatafimi, e attraverso Gaetano Placenza, suo fiduciario nella cantina, avrebbe “favorito assunzioni di personale finalizzate a dare sostentamento alle famiglie dei detenuti mafiosi e avrebbe dato somme di denaro, a favore di esponenti di Cosa Nostra, aggirando le norme statutarie interne”.
Tra le assunzioni figura quella di Veronica Musso, figlia del boss Calogero Musso, ergastolano, già capo della famiglia di Cosa Nostra di Vita.
(fonte Ansa)