La stragrande maggioranza degli studenti palermitani (l’82,9%) percepisce la mafia come un fenomeno negativo. Ma in tanti, troppi, ancora sostengono che sia “bella e giusta”. Soprattutto nei quartieri periferici.
A raccontare come Cosa nostra venga vissuta dagli alunni delle scuole medie e superiori della città è il lavoro di una giovane palermitana laureata in Giurisprudenza, Enrica Amoroso, che ha vinto una delle borse di studio della Fondazione Giovanni Falcone finanziate dalla Regione siciliana per i dieci migliori progetti di ricerca presentati da giovani laureati in Giurisprudenza con 110 e lode. Dieci in tutto i premiati a cui sono stati assegnati 7mila euro ciascuno.
I lavori realizzati hanno affrontato diverse tematiche: dal coinvolgimento dei minori nella criminalità organizzata, al traffico di uomini e la tratta dei minori, alle infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione e nella sanità. E ancora dalla mafia nigeriana e il suo patto con Cosa nostra, al caso Contrada e all’attualissimo tema del “deep web” e della nuova frontiera della criminalità organizzata nell’era del digitale.
A illustrare i progetti sono stati gli stessi autori nel corso di una cerimonia che si è svolta oggi, alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, alla presenza dell’assessore regionale alla Formazione Roberto Lagalla, esponenti delle forze dell’ordine, la presidente della Fondazione Maria Falcone il segretario generale Leonardo Guarnotta e il vicepresidente Giuseppe Ayala. Durante la manifestazione i ragazzi hanno “raccontato” obiettivi e risultati delle loro ricerche.
Ed è venuto fuori, ad esempio, che se è certamente aumentata nei giovani palermitani la percezione del disvalore del fenomeno mafioso, restano ancora troppi quelli che mantengono una visione positiva della criminalità organizzata soprattutto in alcune zone della città come il quartiere Brancaccio.
Dal questionario anonimo, di 20 domande, sottoposto a 1431 alunni di scuole medie e superiori delle otto circoscrizioni della città, emerge, poi, un’allarmante e generalizzata mancanza di conoscenza di aspetti fondamentali del fenomeno mafioso.
Solo 191 studenti (il 13,3% del campione analizzato) ad esempio hanno affermato di parlare spesso di mafia, 523 (il 36,5%) di parlarne ogni tanto, 472 (il 33%) di parlarne raramente ed infine 216 (il 15,1%) di non parlarne mai. Ventinove intervistati (il 2%) non ha risposto alla domanda. Una carenza di informazione che diventa tangibile nelle risposte dei ragazzi su personaggi noti della mafia e dell’antimafia.
La stragrande maggioranza degli intervistati (in certi quartieri fino al 98%) sa chi erano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, mentre in pochi sanno rispondere a domande su personaggi a loro meno vicini nel tempo come il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, sconosciuto al 43% degli studenti della scuola Alberico Gentili, nel cuore della città.
Inquietante poi che in diverse zone, come Brancaccio Oreto, l’88% dei ragazzi non sappia dire se il latitante Matteo Messina Denaro sia un mafioso o un personaggio che combatte la mafia. E quasi il 70 % degli intervistati non sappia chi era Boris Giuliano, poliziotto ucciso da Cosa nostra nel 1979.
“Le scuole che partecipano al progetto di educazione alla legalità della Fondazione sono tante, – ha commentato Maria Falcone – ma come abbiamo potuto rilevare da questo studio emerge, tra l’altro, una differenza di percezione del fenomeno mafia tra i quartieri ‘bene’ della città e i quartieri periferici. Ciò mette in evidenza quello che in parte già sapevamo: cioè l’esigenza di agire maggiormente in alcuni territori per evitare il divario”.
Dal sondaggio emerge comunque che è la scuola l’ambiente in cui di più i ragazzi parlano di Cosa nostra: 250 (il 17,5%) hanno risposto di parlarne in famiglia, 511 (il 35,7%) con gli insegnanti ed in compagni in classe, 370 (il 25,9%) ha selezionato più risposte (v. infra cap. 6, par. 3.1), 50 (il 3,5%) ha sbarrato la casella “Altro”, il più delle volte affermando di parlarne all’interno della cerchia degli amici. In 250 (il 17,5%) non ha risposto alla domanda. Mentre il 55,1% (788 studenti) ha sostenuto che si dovrebbe parlare più spesso dell’argomento mafia, il 17,7% (254) ha affermato il 128 contrario, il 24,5% (350) ha risposto di non saperlo. In 39 (il 2,7%) non hanno risposto alla domanda.
Le scuole selezionate sono state per il questionario sono : I.C Perez – Madre Teresa di Calcutta, I.C Di Vittorio, Scientifico Croce, ICS Vittorio Emanuele III, IC Antonio Ugo, scuola Vittorio Emanuele, ICS Falcone, IC Alberico Gentili.
Gli altri vincitori delle borse di studio sono: Alessandra Maria Balsano, Piersanti Mattarella, Fabio Salerno, Gianluca Bertolini, Federica Marasà.
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