L’apprezzamento da una parte per l’omaggio alle vittime di mafia, dall’altro l’auspicio che il Comune di Palermo e il suo neosindaco Roberto Lagalla difendano dalle grinfie di cosa nostra i fondi del Pnrr. Sono l’auspicio e la contemporanea preoccupazione espressi da Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone, assassinato dalla mafia il 23 maggio del 1992, e presidente della Fondazione intitolata al magistrato.
Apprezzata la visita
“Apprezzo – ha detto Maria Falcone – l’omaggio che il sindaco Roberto Lagalla ha voluto rendere alle vittime della mafia. Da 30 anni con la Fondazione lavoriamo per l’affermazione di una coscienza antimafiosa anche mantenendo viva la memoria sul tragico passato della nostra terra. L’impegno a non dimenticare è stato ed è un’arma fondamentale per costruire una società libera dalla criminalità organizzata, democratica e giusta. Ma la tensione deve rimanere costante se si vuole che Palermo, per tanto tempo capitale della mafia, mantenga l’immagine di capitale dell’antimafia conquistata con tanti sacrifici e con l’azione congiunta delle istituzioni, della magistratura, delle forze di polizia, delle associazioni e di moltissimi singoli cittadini”.
Difendere i fondi del Pnrr
“Le cronache ci dicono che i clan vedono negli ingenti finanziamenti del Pnrr un’occasione per arricchirsi e rilanciare la loro organizzazione criminale – aggiunge -. Il Comune dovrà vigilare perché ciò non avvenga e per garantire che le risorse che la città aspetta vengano utilizzate per lo sviluppo, per creare occupazione, condizioni che asciugano il brodo di coltura della criminalità organizzata, e per la risoluzione di problemi ormai cronici. Il sindaco può contare sul fatto che noi saremo sempre sprone perché non si abbassi la guardia”.
La prima uscita di Lagalla con fischi
La prima uscita ufficiale da sindaco di Palermo per Roberto Lagalla è stata proprio questa mattina quando si è recato in piazza XIII Vittime per depositare una corona di fiori presso il monumento dedicato alla memoria dei caduti nella lotta alla mafia. Un’occasione nella quale l’ex rettore dell’università di Palermo ha ribadito la propria posizione sul tema della legalità. Ma ciò non è bastato ad evitare una contestazione da parte di una ventina di attivisti, posizionati nel marciapiede opposto rispetto al monumento. Una protesta che ha avuto il suo apice mentre Roberto Lagalla abbandonava l’area di piazza XIII Vittime. In quel momento i manifestanti hanno iniziato ad intonare il coro “fuori la mafia dallo Stato”, esponendo uno striscione nel quale richiamavano i temi legati alla questione morale.
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