La corte di Cassazione ha confermato le assoluzioni di primo e secondo grado per Muhammed Abubakar, Ken Osayande, Festus Pedro Erhonmosele, Osahenagharu Uwagboe e Kingsley Chima Isoguzo, . Erano accusati di fare parte della mafia nigeriana che si era stabilità nel mercato storico di Ballarò a Palermo. Erano accusati di associazione a delinquere aggravate dal metodo mafioso ed estorsione.
Per i giudici della suprema corte dunque tutti gli imputati non fanno parte di una frangia della potente “Ascia nera”, un’organizzazione con una struttura simile a Cosa Nostra.
Gli avvocati Cinzia Pecoraro, Antonio Pecoraro, Salvatore Sieli, Rocco Chinnici, Giovanni Rizzuti e Anastasia Righetti, hanno contestato la ricostruzione fatta dagli inquirenti e le affermazioni dei pentiti.
Per i giudici dunque tutti gli imputati non fanno parte di una frangia della potente “Black Axe”, Ascia nera, un’organizzazione con una struttura simile a Cosa Nostra, che si sarebbe insediata nel rione Ballarò. Il simbolo con l’ascia che spezza le catene è un richiamo alla libertà che spetta a tutti gli individui.
Per tutti erano state chieste pene pesantissime fino a 30 anni di carcere. Sono state rigettate le richieste della parti civili.
Per Kingsley Chima Isoguzo, caduta l’ipotesi di associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso, la cassazione ha rinviato alla corte d’appello per un nuovo processo per sequestro di persona.