Sono stati richiesti 173 anni e quattro mesi dalla procura di Palermo per i 15 imputati per mafia nel processo con rito abbreviato in corso nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo nato dalle operazioni Bivio e Bivio 2 dei carabinieri. Oggi al termine della requisitoria i pubblici ministeri Dario Scaletta e Felice De Benedittis hanno chiesto al gup Donata Di Sarno la condanna per boss e gregari del mandamento mafioso di San Lorenzo.
Sedici anni di reclusione sono stati richiesti per Giulio Caporrimo, ritenuto il capo mandamento.
Le altre richieste di pena sono: Francesco Adelfio 12 anni, Pietro Ciaramitaro 11 anni e 4 mesi, Salvatore Fiorentino 10 anni e 8 mesi, Sebastiano Giordano 8 anni, Francesco L’Abbate 16 anni, Andrea Mancuso 12 anni, Francesco Palumeri 16 anni, Giuseppe Rizzuto 7 anni, Antonino Vitamia 16 anni, Michele Zito 11 anni e 4 mesi, Francesco Caporrimo 6 anni e 8 mesi, Fabio Gloria 11 anni e 4 mesi, Vincenzo Taormina 12 anni, Fabio Ventimiglia 7 anni. Tutte le richieste sono già ridotte di un terzo per il rito alternativo.
La posizione di Vincenzo Billeci è stata stralciata per impedimento dell’imputato che verrà giudicato il 22 giugno. Altri quattro indagati sono stati rinviati a giudizio (fra cui Andrea e Carmelo Barone) e verranno giudicati con rito ordinario.
Le operazioni dei carabinieri furono messe a segno contro boss e gregari delle famiglie di Tommaso Natale, San Lorenzo, Partanna Mondello e Zen. Nel corso delle indagini sono state ricostruite dagli investigatori 19 estorsioni, tentate e consumate. Di queste solo in tre hanno scelto di costituirsi parte civile.
Tra le tre vittime il titolare di una ditta di impiantistica assistito dallo “Sportello di Solidarietà alle Vittime” e dalla Fai, rappresentati dagli avvocati Salvatore Forello e Valerio D’Antoni. Parte Civile anche il Comune di Palermo, avvocato Ettore Barcellona, Solidaria Sos Onlus ed Sos Impresa, avvocato Fausto Maria Amato, Centro studi Pio La Torre, avvocato Francesco Cutraro.