Sono accusati di aver gestito il traffico di stupefacenti con la benedizione dei vertici del mandamento di Pagliarelli a Palermo. Una intera banda è syaya sgomintata dai carabinieri che a Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Palermo su richiesta della Dda per sgominare un’organizzazione nell’operazione Eride nei confronti di 15 indagati, accusati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione e vendita di droga, commessi con l’aggravante delle finalità mafiose.
Ecco l’elenco degli indagati nell’operazione Eride dei carabinieri del comando provinciale di Palermo. Filippo Annatelli, 57 anni (già detenuto); Salvatore Mirino, 53 anni (già detenuto); Enrico Scalavino, 39 anni (già detenuto); Giuseppe Massa, 43 anni; Ferdinando Giardina, 40 anni; Giovanni Granatelli, 45 anni; Salvatore Tommaselli, 35 anni; Andrea Tommaselli, 61 anni; Paolo Correnti, 31 anni; Francesco Li Vigni, 33 anni; Andrea Mattia Cinà, 24 anni; Dario Vivirito, 24 anni; Marco Iervolino, 31 anni; Giovanni Caravello, 38 anni; Vincenzo Cascio, 40 anni.
Le indagini avrebbero confermato il coinvolgimento delle famiglie mafiose nella gestione del traffico di stupefacenti. I ricavi della vendita di droga, decurtati del guadagno dei singoli spacciatori, confluivano nelle casse dell’organizzazione.
A decidere chi avrebbe venduto lo stupefacente nella famiglia mafiosa di Corso Calatafimi era stato deciso dal capo Filippo Annatelli in una riunione nel febbraio del 2017 in un’agenzia di onoranze funebri con Salvatore Mirino. Il progetto proposto da Mirino prevedeva l’estromissione delle persone che gestivano il traffico illecito d droga.
I carabinieri sono riusciti a documentare due summit che sono avvenuti nell’aprile del 2018 in una “parrucchieria”. Nel primo hanno preso parte Filippo Annatelli, Salvatore Mirino e Gaspare Rizzuto, reggente della famiglia mafiosa di Palermo Centro. Al secondo prendeva parte, oltre al Rizzuto, anche Salvatore Pispicia, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Porta Nuova nonché diretta espressione della volontà mafiosa del cugino Gregorio Di Giovanni, capo del mandamento mafioso di Porta Nuova.
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