Mancano 13 pubblici ministeri alla Dda di Palermo, una delle direzioni distrettuali antimafia più esposte d’Italia. La pianta organica prevede 25 sostituti, ma in servizio ce ne sono 12, meno della metà. Una carenza importante che ha spinto il procuratore Maurizio de Lucia a mettere a concorso interno i posti in modo da colmare le scoperture. Il bando si chiude il 20 gennaio.
Carenze anche in ufficio
Non è migliore comunque, dal punto di vista dell’organico, la situazione generale dell’ufficio. Sulla carta i pm dovrebbero essere 61, di fatto sono 47. A gennaio arriveranno 4 nuovi magistrati, un parziale sollievo per una Procura con enorme carichi di lavoro. Ma le criticità maggiori restano quelle della direzione distrettuale che ha una competenza estesa alle province di Palermo, Trapani ed Agrigento. Tutti territori con una radicata presenza delle organizzazioni mafiose.
Il pool dopo l’arresto di Messina Denaro
Inoltre l’arresto di Matteo Messina Denaro, avvenuto a gennaio scorso, ha determinato l’esigenza di costituire un apposito pool composto dal procuratore aggiunto Paolo Guido e da due sostituti. E di impegnare, di conseguenza, altri magistrati nei settori di Trapani e di Agrigento.
A Guido le inchiesta di mafia
Paolo Guido, 56 anni, calabrese, in magistratura dal 1995, aveva il coordinamento delle indagini sulla mafia trapanese ed agrigentina. Dall’anno scorso si occupa anche delle inchieste sui clan palermitani. È la prima volta che la delega al coordinamento della Dda viene assegnata a un solo procuratore aggiunto. Si tratta di una decisione determinata dalla scelta di garantire una visione complessiva e unitaria al fenomeno mafioso nel territorio. Una grandissima esperienza d’indagini di mafia, per anni sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia, Guido dal 2017 ha la delega sulle indagini per la cattura del boss latitante Matteo Messina Denaro. La nomina è avvenuta tramite delega firmata dal procuratore uscente Franco Lo Voi, nominato dal Csm alla guida della Procura della Capitale.
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