È dedicata a Dante Alighieri la 38esima edizione del Festival teatrale “La Macchina dei Sogni”, diretto da Mimmo Cuticchio.
Nel 700esimo anniversario della morte del poeta, la prima cantica della “Divina Commedia”, l’Inferno, diventa fonte di ispirazione del Festival che ne rilancia la grande attualità: i mali della società di ieri e di oggi e i valori universali di giustizia, libertà e amore. Un’ispirazione chiara fin dal titolo del Festival, Sulle vie dell’Inferno, che è anche quello dello spettacolo cardine de “La Macchina dei Sogni”, firmato da Cuticchio.
Il Festival, con il sostegno degli assessorati regionali dei Beni culturali e del Turismo, della Fondazione Sicilia e del ministero della Cultura, anche quest’anno si articola fra eventi di teatro, musica e laboratori. Nel programma, che parte il 21 ottobre e andrà avanti fino al 31, tra la sede del Museo archeologico regionale Antonino Salinas, il Real Teatro Santa Cecilia e il Laboratorio Teatrale di via Bara all’Olivella, tornano sempre i numeri 3, 9 e i loro multipli proprio come nella Divina Commedia.
Il Festival si articola in tre parti come le cantiche del poema, tre sono gli spettacoli di teatro di figura, tre sono le repliche dello spettacolo di Cuticchio, tre le giornate del laboratorio rivolto ai giovani attori.
“La Macchina dei Sogni non è solo un evento immaginifico – dice Alberto Samonà, assessore regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana – è uno strumento per penetrare la nostra più profonda sicilianità, per farci ritrovare come in un gioco di specchi. Un modo di conoscere la Storia e le tante storie che costituiscono il nostro presente. Il tema di quest’anno, dedicato all’Inferno, cantato dal sommo poeta, è un’occasione per indagare con strumenti a noi familiari l’inferno dell’essere umano, così ben rappresentato da Dante ma che trova in ogni epoca e luogo espressioni analoghe. Cuticchio è un innovatore, un geniale interprete della tradizione siciliana e il suo racconto arriva perché è diretto, parla la nostra lingua, sente le nostre emozioni e le trasporta su un palcoscenico che non è luogo di esposizione di pupi, ma spazio vivo in cui l’animo umano rappresenta tutte le sue espressioni. La Regione Siciliana, ancora una volta, è presente in modo fattivo, poiché fra i Pupi della nostra tradizione e la sapienza dell’Alighieri si intreccia una narrazione che è confronto costante nel nome della Cultura e dell’identità”.
“L’attualità del messaggio del sommo poeta viene interpretata dalla grande creatività degli artisti e dagli autori della nostra terra in un percorso artistico che recupera la tradizione e la proietta nel futuro – dice Manlio Messina, assessore regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo –. Il governo Musumeci si pone a sostegno anche di questo Festival, occasione di attrazione turistica ed esempio del fermento del mondo dello spettacolo e della cultura siciliano che ha particolarmente sofferto a causa della pandemia”.
“Siamo particolarmente felici di ospitare al Salinas, per il secondo anno consecutivo, il festival di Mimmo Cuticchio – dice Caterina Greco, direttrice del Museo – Questa ulteriore esperienza conferma il sodalizio culturale tra due istituzioni che concretamente fanno sistema nel circuito del centro storico di Palermo. La nuova avventura in cui quest’anno ci trascina Cuticchio è la sua originale, metaforica rilettura dell’Inferno dantesco e per il Salinas questa è una preziosa opportunità di partecipare alle celebrazioni in onore di Dante, facendo nostro lo spirito con cui Cuticchio si accosta al tema, con l’occhio rivolto ai tanti “gironi infernali” in cui ci dibattiamo nella nostra comune quotidianità. Un approccio poetico e disincantato, che volutamente rifugge l’oleografia del centenario per consegnarci un Dante contemporaneo che ci osserva attraversando i vicoli di Palermo”.
Nello spettacolo Sulle vie dell’Inferno (29, 30 e 31 ottobre alle 21 al Real Teatro Santa Cecilia) Mimmo Cuticchio assume il ruolo di un narratore lucido e distaccato. Come Virgilio guida gli spettatori all’interno di una singolare trasposizione dell’Inferno, il cui scenario, calato in un contesto siciliano, è un film realizzato da Cuticchio insieme al regista cinematografico Daniele Ciprì. Le azioni si svolgono in nove luoghi diversi delle altrettante provincie dell’Isola con l’intento di trovare analogie tra alcuni luoghi siciliani di grande forza evocativa e altrettanti ambienti descritti nell’Inferno.
Nella grotta di Monte Pellegrino, per esempio, Dante vede come in un flashback Beatrice e Lucia, ma anche Santa Rosalia, patrona di Palermo; il contrasto tra il partito dei Bianchi e quello dei Neri, descritto da Dante nel terzo cerchio è trasposto nelle battaglie tra i pupi; gli iracondi e gli accidiosi, descritti nel quinto cerchio, sono rappresentati dal paladino Orlando che, pazzo d’amore per la perduta Angelica, getta le armi, si strappa le vesti come i dannati che “si percotean non pur con mano ma con la testa e con il petto e coi piedi”. A interagire con le immagini filmiche, che fungono da scenario come negli spettacoli della tradizione dell’Opera dei pupi, sono la voce di Mimmo Cuticchio, con il suo cunto, e quella dell’attore Alfonso Veneroso, che interpreta i versi del poeta, mentre un ensemble esegue dal vivo le musiche scritte per l’occasione da Giacomo Cuticchio.
In occasione del Festival saranno presentati anche nove racconti, sempre ispirati all’Inferno, scritti da altrettanti autori: Edoardo Albinati, Giosuè Calaciura, Maria Grazia Calandrone, Antonella Lattanzi, Marco Lodoli, Melania Mazzucco, Beatrice Monroy, Lorenzo Pavolini, Giorgio Vasta. I testi affrontano alcuni sentimenti individuati nella cantica sottolineandone la grande attualità. C’è l’amore, ma anche il tradimento, l’esilio, la pietà, la politica, la conoscenza, le donne, la visionarietà e la memoria. Ogni autore ha scelto uno stile e un genere letterario diverso. Dalla prosa poetica alla tragedia, passando attraverso le suggestioni della cronaca e dei ricordi di infanzia.
Saranno gli attori Viola Graziosi, Graziano Piazza e Massimo Verdastro a condividerli con il pubblico attraverso delle letture negli spazi del Salinas (26, 27, 28 ottobre ore 18), intervallati da brevi composizioni musicali di Nicola Mogavero eseguite dal vivo dal The Bass Quartett. Dopo le letture seguirà l’incontro con gli autori guidato da Monica D’Onofrio, regista e conduttrice radiofonica di Rai Radio 3.
Oltre allo spettacolo Sulle vie dell’Inferno, il Festival darà spazio al Teatro di figura con il contributo di altre compagnie: le marionette di Carlo Colla & Figli di Milano, le guarattelle di Bruno Leone di Napoli, il teatro disegnato di Gek Tessaro di Verona.
In programma anche una mostra e un laboratorio: la prima, “Nati per finire all’Inferno”, racchiude nove installazioni per presentare alcuni personaggi costruiti in occasione dello spettacolo di Mimmo Cuticchio, fra tutti Dante e Virgilio. Accanto a loro Beatrice, Santa Lucia, la Madonna, Caronte, la barca dei dannati, Omero, Orazio, Ovidio, Lucano, Paolo e Francesca, Chirone, Nesso, Pier delle Vigne, Farinata degli Uberti, Ulisse e Lucifero. “L’amor che move il sole e l’altre stelle”, invece, è il titolo del laboratorio condotto dall’attore, doppiatore, mimo e coreografo giapponese Hal Yamanouchi. Il laboratorio, ispirato al Paradiso di Dante, prenderà spunto dalla lettura di alcuni versi della terza cantica della Divina Commedia e si svilupperà nell’arco di tre giorni attraverso esercizi fisico-spirituali, con l’obiettivo di coltivare il benessere psicofisico e lo spirito del gioco.