L’Università degli Studi di Palermo è il terzo ateneo d’Italia per numero di immatricolazioni, un chiaro esempio che i ragazzi siciliani vogliono studiare e cercano nella formazione il proprio riscatto. Lo ha detto Fabrizio Micari, Rettore dell’Università palermitana a margine della cerimonia d’inaugurazione dell’Anno accademico.
Si attende un anno accademico importante a Palermo visto che l’Ateneo ha registrato un boom delle immatricolazioni. “Siamo arrivati a oltre le 10 mila immatricolazioni, un risultato importante”, commenta Micari.
Intanto, come ha evidenziato il rettore, tutti gli indicatori dell’Università sono in crescita, dal numero degli iscritti, al numero dei docenti. “Abbiamo chiuso bene il bilancio dell’anno passato e abbiamo aperto bene quello di quest’anno prevedendo anche una serie di importanti investimenti. Ci sono una serie di bei segnali e anche nuovi Corsi di Laurea. Siamo convinti che i ragazzi siciliani esprimono desiderio di formazione, credono nella formazione ed è nostro dovere assicurargli il miglior livello di studio per poter affrontare la vita”.
Come detto, quello di Palermo è il terzo ateneo per numero di iscritti passando da 8.900 a 10.300 immatricolati. Dal 2015, inoltre, è stato compiuto un bel passo in avanti se si pensa che in quell’anno gli immatricolati erano stati solo 7.700. “Oggi siamo il terzo dopo Milano e Bergamo – commenta Micari – ed è una cosa che ci fa piacere perchè c’è la conferma che i ragazzi siciliano credono nella formazione, vogliono studiare e credono nello studio come possibilità di crescita e riscatto”.
Secondo i dati poi la formazione acquisita all’Università di Palermo è “pienamente competitiva rispetto a quella offerta da altri Atenei” dal punto di vista dell’inserimento nel mondo del lavoro. Ma il risvolto continua a segnalare una tendenza negativa. In sostanza, a Palermo si studia per una formazione di livello ma è altrove che poi si cerca e si trova lavoro. Nella relazione di Micari ricorrono altri elementi significativi. Uno è dato dai progetti di internazionalizzazione dell’Università, dalla capacità di intercettare i finanziamenti europei, dall’aumento degli studenti stranieri, dall’avvio di sei corsi in lingua inglese. L’altro fattore positivo è legato, all’incremento delle attività nelle sedi decentrate di Trapani, Agrigento e Caltanissetta dove sono stati aperti cinque nuovi corsi di laurea.
In occasione della giornata della memoria per le vittime della Shoah è stata eseguita all’Università di Palermo una ricerca all’interno dell’archivio. “Abbiamo trovato in archivio i fascicoli di 25 studenti ebrei , alcuni stranieri, che nel 1938 furono buttati fuori dalle università – aggiunge il Rettore – Per l’occasione è stato anche recuperato il discorso di apertura dell’anno accademico di quell’anno. Si parla della cacciata degli ebrei come una profilassi per la vita civile, si richiama l’esigenza de “l’Italia prima di tutto” e ci sono altri richiami che oggi è importante leggere”.
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