Università e Comune di Palermo hanno appena celebrato i cento anni della pubblicazione de “L’ordinamento giuridico” di Santi Romano.
Il grande giurista nacque a Palermo nel 1875, si laureò e mosse i primi passi nella ricerca scientifica sotto la guida di V.E. Orlando, in quella che sarebbe divenuta la Scuola palermitana del diritto pubblico alla quale si deve il rinnovamento degli studi di diritto costituzionale ed amministrativo secondo il metodo giuridico.
Ancora studente inizió a frequentare lo studio legale del maestro, pubblicando il primo lavoro nel 1894 e conseguendo la libera docenza nel 1896. Ma decise presto di lasciare Palermo. Come ricorda Orlando scelse: “una vita più ideale e austera … egli mi lasciò, in quell’anno veramente cruciale che fu il 1897. Io fui eletto Deputato, l'”Archivio di diritto pubblico” cessó le pubblicazioni e Romano accettò l’incarico nell’Universitá di Camerino”, per poi proseguire l’insegnamento a Modena, Pisa, Milano e Roma divenendo, nel 1928, Presidente del Consiglio di Stato e senatore del Regno nel 1934.
G. Salemi, professore di diritto amministrativo dal ’35 sino agli anni ’50 e padre dello Statuto regionale, ricorda che della “scuola di Palermo” Romano continuò a sentirsi parte, rimanendo “sempre avvinto a Palermo, che lo vide studente e libero docente e nelle vacanze estive quasi sempre di ritorno…disposto a prodigare, fra amici e discepoli, anche occasionali, la vasta cultura, qui in origine acquisita”.
Il libro di Romano é il testo giuridico italiano più tradotto (in spagnolo, francese, tedesco, portoghese ed adesso anche in inglese) e che più ha influenzato la cultura giuridica nazionale ed europea. Pubblicato, dapprima, in due parti negli “Annali delle Università toscane” del 1917 (“L’ordinamento giuridico. I. Il concetto di ordinamento giuridico”) e del 1918 (“L’ordinamento giuridico. II. La pluralità degli ordinamenti giuridici e le loro relazioni”), poi edito quale monografia, sempre a Pisa, nel 1918 con il sottotitolo “Studi sul concetto, le fonti e i caratteri del diritto” da Spoerri e riedito a Firenze nel 1946 e nel 1977 da Sansoni.
Secondo la teoria istituzionalistica del giurista palermitano: “ogni ordinamento giuridico è una istituzione e, viceversa, ogni istituzione è un ordinamento giuridico: l’equazione fra i due concetti è necessaria e assoluta”, da qui l’apertura al pluralismo giuridico (“ogni forza che sia effettivamente sociale e venga quindi organizzata, si trasforma per ciò stesso in diritto”). E così la regola giuridica, prima di essere norma, riguardare un semplice rapporto o una serie di rapporti sociali, é considerata “organizzazione, struttura, posizione della stessa società in cui si svolge”.
L’elaborazione di Romano rompe così l’identificazione Stato-diritto e sviluppa innovandole, nel solco del metodo giuridico, le intuizioni di Von Gierke e di Hauriou, riconnettendosi così, come già fatto da Orlando, alla riflessione giuridica europea.
Lo studioso palermitano é artefice di una vasta produzione scientifica: nel diritto amministrativo, costituzionale, internazionale e svolge un ruolo senza precedenti nella guida del Consiglio di Stato. L’opera di cui ricorre il centenario, tuttavia, non solo é la più celebre, ma ormai con l’autore si é identificata. Quel libro, se apre il diritto pubblico alle sfide dello Stato pluriclasse che nel novecento si confronta con le trasformazioni della statualitá e dell’amministrazione pubblica, trova oggi nuova attualità di fronte alle contraddittorie dinamiche dell’integrazione europea e della globalizzazione giuridica.
Per celebrare la pubblicazione del libro il Rettore Prof. F. Micari, il Sindaco di Palermo Prof. L. Orlando, il Presidente del Consiglio di Stato Avv. A. Pajno ed il Prof. A. Romano, nipote ed anch’egli maestro del diritto pubblico, presenti molti docenti ed una rappresentanza delle Corti amministrative e degli avvocati amministrativisti hanno scoperto, sabato scorso, una lapide commemorativa in P.zza Cavalieri del S. Sepolcro.
Come si può leggere sul leggio di fronte al Dipartimento di Giurisprudenza, il professore palermitano va considerato l’ingegno più fervido di quella scuola che da Palermo é divenuta riferimento della cultura giuspubblicistica italiana ed europea.
L’iniziativa avvia le celebrazioni organizzate dal Comitato promotore del centenario, costituto insieme ai prof. M. Immordino e M. Mazzamuto, a partire dal Convegno “Santi Romano: L’ordinamento giuridico (1917-2017)”, che si terrà a Palermo il 24 e 25 novembre prossimi, al quale hanno assicurato la presenza eminenti giuristi italiani e stranieri di diverse discipline proprio per analizzare le influenze che la teoria dell’ordinamento giuridico ha esercitato sulla cultura giuridica nazionale.
Le celebrazioni proseguiranno nel 2018 con la presentazione il sito, già in rete, www.santiromano.it, nel quale sarà raccolta l’intera produzione scientifica romaniana agevolandone la consultazione da parte di studiosi di tutto il mondo, nonché la pubblicazione di studi, la celebrazione di seminari e l’elaborazione del testo di un’opera teatrale sui giuristi palermitani che con Romano (a partire da V.E. Orlando e G. Mosca sino a F. Scaduto, S. Riccobono, S. Di Marzo), tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento, hanno contributo alla formazione della scienza giuridica italiana, in corrispondenza con l’anno di Palermo “Capitale italiana della cultura”.
Dalla “Scuola di Palermo” partì una spinta rilevante alla costruzione dello Stato, di cui una comunità di giuristi ha costituito – come ricorda Sabino Cassese – “l’armatura concettuale”. Il nostro obiettivo è recuperarne, a partire da Romano, la memoria collettiva.
di Gaetano Armao
(Dipartimento di Scienze politiche e relazioni internazionali – Università di Palermo).
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