La notte scorsa è tornata l’ora solare. Alle 3 le lancette degli orologi sono state portate indietro di un’ora e dunque alle 2, mentre i dispositivi digitali come gli smartphone hanno cambiato l’ora automaticamente, anche se non collegati a Internet (in ogni caso è meglio controllare).
Recuperiamo, così, quell’ora di sonno persa il 25 marzo scorso quando entrò in vigore l’ora legale. Con il ritorno dell’ora solare avremo più luce all’alba ma ne avremo di meno al pomeriggio e con l’avvicinarsi dell’inverno le giornate si accorceranno sempre di più.
Di fatto, nell’immaginario collettivo, l’arrivo dell’ora legale corrisponde con l’arrivo dell’inverno anche se l’inverno vero entrerà soltanto il 21 dicembre con il solstizio d’inverno.
Il passaggio dall’ora legale a quella solare non avviene solo in Italia: la maggior parte dei paesi occidentali fanno la stessa cosa.
L’ora legale serve per “guadagnare” luce diurna e in Italia fu introdotta nel 1916, con il decreto legislativo 631: poi fu abolita e ripristinata diverse volte e adottata definitivamente con una legge del 1965, applicata a partire dall’anno seguente. Nei primi anni Ottanta si decise di estenderne la durata, portandola da 4 a 6 mesi. Nel 1996 è stato introdotto un ulteriore prolungamento di un mese, concordato da tutti i paesi dell’Unione Europea e dalla Svizzera: il ritorno all’ora solare è stato quindi ritardato all’ultima domenica di ottobre.