Lunghi anni di vessazioni, umiliazioni, insulti, botte. La paura continua che qualcosa di terribile potesse accadergli da un momento all’altro, che la furia brutale di Pietro Ferrera, detto Piero, potesse scatenarsi contro la sua stessa famiglia.
E’ quanto emerge dai racconti di chi Ferrera lo ha ucciso, il 14 dicembre scorso nel quartiere Falsomiele a Palermo, ovvero la moglie Salvatrice Spataro, detta Ilenia, 46 anni e i figli Vittorio e Mario, di 22 e 21 anni.
Le numerose coltellate inferte dovevano essere una ‘liberazione’ per un incubo vissuto troppo a lungo.
Come si legge sull’edizione odierna del Giornale di Sicilia, il racconto dell’inferno di casa Ferrera viene confermato anche dai genitori della vittima, dai vicini, dalle fidanzate di Vittorio e Mario, dagli altri due figli.
Una gelosia morbosa nei confronti della moglie, i soprusi, l’alcolismo, avrebbero determinato il delitto di Ferrera, che aveva 45 anni e che viene adesso descritto come un marito violento e un padre-padrone.
E’ in corso il processo con rito abbreviato davanti al Gup. A confermare le violenze subite dai tre imputati, i testimoni ascoltati dalla Squadra mobile, coordinata dai pm Gianluca De Leo e Giulia Beux.
Il Riesame, in sede di appello, ha accolto in parte il ricorso presentato dall’avvocato Maria Antonietta Falco, ed ha concesso ai tre imputati gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico a condizione che non abitino insieme.
Ferrera aveva avuto in gestione una macelleria, e poi il bar La Dolce Vita di Ballarò. In passato era stato nell’Esercito dal quale era stato congedato a seguito di un referto della Unità operativa psichiatrica del Policlinico che lo descriveva, scrive ancora il Giornale di Sicilia, come “soggetto incline alla chiusura autistica e caratterizzato tra l’altro da difficoltà a controllare la rabbia nonché aggressività, irritabilità, insofferenza, convinzioni di sfiducia e diffidenza nel prossimo”.
Gli psichiatri del carcere Pagliarelli, hanno certificato che Mario Ferrera, uno dei due figli assassini, il minore per l’esattezza, “al passar del tempo è apparso liberato dall’angoscia di morte e dallo stato di continua allerta nel quale ha vissuto”.
Ferrera sarebbe stato violento anche con Dorotea e Federica, le fidanzate di Mario e Vittorio. Anche loro sarebbero state aggredite, così come i propri familiari, dalla vittima del delitto. Le due ragazze hanno anche riferito di aver visto più volte la suocera, Ilenia Spataro, con vistosi ematomi ed ecchimosi in diverse parti del corpo.
Una delle giovani ha raccontato inoltre che Ferrera avrebbe detto ai figli che sarebbe stato disposto ad uccidere spingendolo fuori dalla nave che lo riportava a Palermo dopo una visita di controllo, il figlio minore, affetto da una malattia neurodegenerativa, nel caso in cui avesse saputo che si era aggravato.
Le violenze sono continuate a lungo senza che nessuno intervenisse, Ilenia Spataro non denunciava il marito per paura di ritorsioni da parte dello stesso.
Uno dei vicini ha detto che “la Spataro era terrorizzata all’idea delle possibili ritorsioni”.
Stando ancora al racconto dei vicini, l’uomo le aveva fatto vedere una pistola dicendole che avrebbe ucciso tutti i suoi figli.
Il padre di Ferrera, che si chiama Vittorio come il nipote, ha confermato le violenze. La madre della vittima, Concetta Ventimiglia, aveva anche provato a difendere la nuora dalle aggressioni, ma l’ex militare aveva aggredito anche lei.
I suoceri hanno anche raccontato che Ilenia Spataro, a causa della gelosia morbosa del marito, aveva l’abitudine di sedersi rivolgendo la faccia al muro, per non essere accusata di guardare altri uomini. Inoltre, quando Ilenia prenotava una visita medica, doveva accertarsi che il medico fosse donna.
I due figli minorenni della coppia, la sera dell’omicidio non erano a casa. Circostanza che aveva fatto pensare alla premeditazione. I vicini però hanno spiegato che i ragazzini spesso andavano dai nonni materni data la situazione di violenza domestica che erano costretti a subire.