Lasciano il carcere Salvatrice Spataro e i figli Mario e Vittorio Ferrera accusati dell’omicidio del marito e padre Pietro Ferrera. Dopo più di otto mesi di carcere il Tribunale della Libertà ha deciso di alleggerire la misura cautelare con il passaggio dal regime carcerario a quello degli arresti domiciliari. Il delitto è avvenuto nella loro casa di Falsomiele, a Palermo, intorno alle 23.30 del 14 dicembre scorso. I tre sono reo confessi anche se narrano una storia di soprusi e violenza culminata nell’omicidio ‘difensivo’. Le tesi dell’accusa, invece, puntano su efferatezza e premeditazione da parte dell’intero nucleo familiare
Per tutti e tre gli indagati ad ottobre è fissata l’udienza del processo nel quale cominceranno a delinearsi i contesti.
La madre e i due figli ventenni hanno confessato l’omicidio, sostenendo che il delitto sarebbe avvenuto dopo anni di vessazioni, violenze e angherie subite da Pietro Ferrera, ex militare dell’esercito e descritto dai tre come un “padre padrone”.
“Io mi sono armata – ha raccontato la donna al Gip Walter Turturici e ai pm secondo quanto scrive il Giornale di Sicilia in edicola – perché lui mi chiamava dalla camera da letto, perché voleva che mi andassi a coricare, perché…voleva fare… ma io cioè… non ci riuscivo”.
In prima battuta, il tribunale del Riesame aveva confermato il carcere per i tre ritenendo le più di 50 coltellate inflitte alla vittima non ‘credibili’ come legittima difesa. ‘Troppe’, aveva scritto il Tribunale della Libertà nelle motivazioni del provvedimento di convalida dell’arresto se l’obiettivo fosse stato solo quello di neutralizzare un padre e un marito violento, durante un’aggressione da parte sua. Ora i domiciliari per comprendere i quali bisognerà aspettare le motivazioni
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