Nell’ottobre del 2012 Palermo è stata scossa da un fatto di cronaca di assoluta tragicità: l’omicidio di Carmela Petrucci.
La 17enne venne uccisa a coltellate dall’ex fidanzato della sorella Lucia, Samuele Caruso, arrivato nel loro palazzo di via Uditore per dare una lezione alla giovane che lo aveva lasciato.
Carmela, che tornava da scuola insieme a Lucia, ferita gravemente anche lei, non sopravvisse.
A quasi un anno dalla sentenza d’appello, il processo approda in Cassazione.
In questi giorni, infatti, la Suprema Corte ha fissato la data per l’ udienza, che si svolgerà il prossimo 4 novembre.
Samuele Caruso, l’ imputato reo confesso, è già stato condannato sia in primo che in secondo grado all’ergastolo.
Secondo la ricostruzione della Procura, Carmela Petrucci sarebbe stata uccisa perché avrebbe cercato di proteggere la sorella, vero obiettivo di Caruso.
Sin dal primo grado di giudizio, davanti alla Corte d’Assise, la difesa di Caruso aveva puntato sulla presunta incapacità di intendere e di volere dell’ imputato al momento dell’aggressione. Sono state dunque effettuate numerose perizie e consulenze. Tuttavia, i giudici non hanno finora mai accolto questa ipotesi ed hanno invece inflitto come richiesto dalla Procura – la massima pena all’imputato.
I genitori delle due sorelle si sono costituiti parte civile nel processo ed ha sempre partecipato a tutte le udienze, chiedendo giustizia per la vita spezzata di Carmela e per l’inarginabile dolore inflitto a Lucia.
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