Il patto federativo con la Lega al centro del progetto in vista delle elezioni europee. Raffaele Lombardo serra i ranghi del MpA (Movimento per l’Autonomia). Lo ha fatto questa mattina dalla location dell’Astoria Palace di via Montepellegrino, a Palermo. Un evento al quale era presenti i vertici regionali e provinciali del partito, a cominciare dall’assessore ai Rifiuti Roberto Di Mauro. Intervenuto ai microfoni dei giornalisti a margine dell’incontro, l’ex presidente della Regione ha affrontato vari temi: dai manager della sanità al ripristino delle province, passando dal ponte sullo Stretto e la questione dei termovalorizzatori.
Un evento che è stata l’occasione per serrare i ranghi e per parlare dell’accordo sottoscritto un paio di settimane fa con la Lega di Matteo Salvini. “E’ un accordo che bisognerà costruire nel tempo. Siamo due movimenti diversi che non si fondono, che devono conoscersi meglio. Servirà iniziare a lavorare dagli intergruppi, far cooperare assieme gli assessori. Credo che sia un accordo per assicurare una maggiore stabilità al Governo Regionale e per integrare le nostre forze”, evidenzia Lombardo.
Cooperazione che trova però un elemento fondante sul sostegno al progetto del ponte sullo Stretto. “Leggo di appelli di scrittori ed artisti per non farlo. Per noi, quest’opera rappresenta una svolta. Rappresenta tantissimo. Si tratta dell’infrastruttura più moderna e straordinaria del Mondo. Mi auguro che, nel tempo, si possa superare questa condizione di isolamento che ha purtroppo penalizzato i siciliani. E poi aggiunge: “Abbiamo già fatto delle manifestazioni per il ponte. Credo che ce ne sia bisogna e penso che noi, insieme alla Lega, la possiamo fare“.
Accordo, quello con il Carroccio, che guarda inevitabilmente alle elezioni Europee del 2024. Consesso, quello di Bruxelles, in cui Lombardo è già stato. Il coordinatore del MpA pone al centro del dibattito politico il tema del PNRR, proponendo di dilazione i termini. “Abbiamo la scadenza del PNRR sulla quale siamo in ritardo. Non sono entrato nel merito, ma questa tagliola del 2026 non so se ci consenta di arrivare puntuali. Sarebbe una bestemmia pensare ad un proroga, in modo da fare le cose bene, piuttosto che farle frettolosamente e qualche volta male?“, si chiede l’ex presidente della Regione.
Tema centrale del dialogo con i cronisti ha riguardato la proroga ad interim della posizione dei manager della sanità. Fatto sul quale Raffaele Lombardo è stato estremamente chiaro. “E’ bene dirlo apertamente. Bisogna trovare un criterio oggettivo. Altrimenti si procede di errore in errore e se ne stanno facendo tanti. Il primo è che questi manager non solo stanno superando il tempo consentito dei cinque anni, ma soprattutto negli ultimi due anni sono nell’incertezza. Si va di proroga in proroga. Poi non si è capito più nulla. Leggo su un quotidiano di Messina che l’elenco dei manager sarebbero 49 anzichè 38. L’elenco sarebbe stato sfrondato. Bisogna smetterla. Sono dell’avviso che l’elenco è uno, che deve essere uno e che ci siano tutti. Poi si deve scegliere in base a criteri oggettivi“.
Parentesi poi sullo stallo che regna sul tema delle province. “Se una riforma si deve fare, non lo dobbiamo fare per rimettere in campo delle cariche che comunque sono fondamentali per il funzionamento delle province. Questi enti ci sono ancora. Ma senza una guida democratica, legittimata dal voto dei cittadini, hanno funzionato poco e niente. Tanto vale farle funzionare bene. Si punti sui consorzi di Comuni, a patto che sia a spesa invariata. Se dovessimo fare più consorzi che province, tale operazione deve costare uguale. Parleremo di organizzazioni più funzionali ed efficienti”, evidenzia Raffaele Lombardo.