Lo Statuto autonomistico siciliano compie 71 anni. E’ un compleanno non proprio felice quello di oggi. Un anziano stanco, questo Statuto sulle cui spalle pesano tutti i fallimenti di una vita di insuccessi.
Nonostante fosse stato pensato con grande armonia e lungimiranza dai padri fondatori lo Statuto non ha dato gli effetti sperati, quelli che logicamente avrebbe dovuto dare. Tradito, mal interpretato, violentato, oggi rischia perfino di essere cancellato. O almeno ha corso questo rischio per poi cedere il passo su tanti aspetti soprattutto fiscali per sopravvivere, sia pure depotenziato.
E lo Statuto che si festeggia oggi è ormai dimezzato, senza più autonomia fiscale, ceduta con uno stratagemma a Roma, senza autonomia decisionale, senza classe dirigente. Uno Statuto che c’è solo sulla carta ma che nulla può nel concreto. Uno Statuto che non è stato ‘giustiziato’ sull’altare della crisi, ma incarcerato a vita anche s euna volta l’anno lo si lascia circolare libero per le strade siciliane certi che non potrà far nulla.
Così il compleanno di oggi è segnato da polemiche e scontri. E come potrebbe essere diversa questa giornata? Da una parte ieri ad Enna il Movimento per l’Autonomia insieme al Movimento nazionale siciliano hanno riunito le forze per la nuova costituente siciliana. Un partito, quello che può nascere, di moderni autonomisti che guardino al recupero, alla modifica ed al rilancio di una Autonomia siciliana.
Ma se gli autonomisti hanno battuto un colpo e probabilmente si rivedranno il 2 giugno per parlare di Regione, di progetti, di candidature, dall’altro lato devono anche incassare la polemica degli indipendentisti del prof. Massimo Costa. Siciliani Liberi, il Movimento nato dalla diaspora proprio di Sicilia Nazione non sarà di questa partita, non festeggia lo Statuto e pensa all’indipendenza di antichissima memoria. Fino ad allor anon c’è e nonc i sarà nulla da festeggiare per loro.
In questo clima il presidente della Regione, invece, torna festeggia lo Statuto scegliendo un teatro palermitano, il Politeama. Una scelta ‘festaiola’ non in linea con i quattro anni precedenti di governo quando lo Statuto è stato inizialmente dimenticato, poi festeggiato in sordina e nel frattempo massacrato con arccordi riomani trancianti. Ma forse questa scelta è nata nel tentativo di spegnere gli ardori autonomisti che animano partiti e movimenti a lui, Crocetta, non certo amici. o scopo potrebbe essere quello di limitare la fuga di consensi o quantomeno fornire qualche scampolo di motivo in meno alle polemiche autonomiste. Scampoli, appunto, vistoc he non è una festa che salva lo statuto e forse neanche l’apparenza. Ma in fondo a novembre si vota