È stato un primo maggio amaro per i dipendenti dell’Amat di Palermo che hanno dovuto fare i conti con i ritardi nei pagamenti degli stipendi. I dipendenti di via Roccazzo, invece di onorare la Festa dei Lavoratori, hanno dovuto stringere la cinghia, rimanendo con i conti in rosso, non si sa ancora fino a quando. Lo rende noto Sabrina Figuccia, consigliere comunale di Palermo dell’Udc. “La mancata erogazione degli stipendi, mai accaduta con il nuovo management- dichiara -, torna tristemente alla ribalta e se a questo si aggiunge il nuovo piano triennale, le preoccupazioni crescono. In questi giorni è infatti stato ufficialmente trasmesso il piano di risanamento 2019/21”.
Un piano molto dettagliato che, secondo il consigliere comunale, riporta al suo interno dati allarmanti che potrebbero addirittura minare la continuità aziendale mettendo a rischio i livelli occupazionali, come messo nero su bianco sul piano in questione. “L’azienda lo dichiara espressamente – continua Figuccia -: occorrono nuovi capitali, altrimenti…. altrimenti, a farne le spese saranno come sempre i lavoratori, con quelli che vengono definiti dalla stessa azienda “provvedimenti difficili e impopolari”. Si andrebbe dalla riduzione del costo del lavoro, alla seria difficoltà di “mantenimento dell’attuale organico aziendale”.
In parole semplici, secondo l’esponente dell’Udc, si passerebbe dal taglio dei salari ai licenziamenti. “È questo – conclude – ciò che Amat dichiara di rischiare nel suo documento di programmazione triennale, se il Comune di Palermo non apre le casse. Casse al momento decisamente asfittiche, forse a cause dei troppi sprechi e delle eccessive scelte sbagliate compiute finora dall’eterno sindaco Orlando”.
“Soltanto un piccolo ritardo nei trasferimenti delle risorse finanziarie nelle casse dell’Amat – in concomitanza del lungo ponte pasquale – ha fatto slittare il pagamento degli stipendi a domani, 3 maggio” è la replica dell’amministratore unico dell’Amat, Michele Cimino.
“Nessuna volontà di ‘non onorare la Festa dei lavoratori’, come erroneamente scrive in una nota la consigliera Figuccia, perché l’azienda e l’amministratore unico tengono ai lavoratori. Noi andiamo avanti grazie all’impegno quotidiano e serio di tutti i dipendenti dell’Amat, che potranno solo aumentare e non diminuire – conclude Cimino – Il Piano di risanamento serve a rilanciare e riorganizzare l’azienda, ed è un elemento necessario per scongiurare una crisi”.
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