Ha litigato con la moglie per la cena. L’ennesimo piatto di Sofficini lo ha mandato fuori di testa. Aveva terminato di lavorare a raccogliere ferro e cartone per le strade della città, e appena ha visto cosa ci fosse sul piatto lo ha tirato in aria.
“Non li mangio io e non mangia nessuno”, ha detto l’uomo come scrive il Giornale di Sicilia.
Da lì, nel palazzone dello Sperone, quartiere periferico e popolare di Palermo, dove la famiglia vive, sarebbe nata una discussione animata, tanto da far intervenire i carabinieri.
E quel gesto di stizza, quel cibo scaraventato a terra, hanno fatto finire l’uomo, F. F., 45 anni, in manette, direttamente in una cella del carcere Pagliarelli, con l’accusa di maltrattamenti aggravati (perché sarebbero avvenuti sotto gli occhi di tre figli piccoli) ai danni della moglie.
«Ho sbagliato a tirare il piatto per aria – ha ammesso l’indagato davanti al giudice – ma avrei semplicemente preferito un euro di prosciutto o di salame, al posto di quei Sofficini». I
l gip Guglielmo Nicastro ha ascoltato il suo racconto e poi anche le tesi del suo avvocato, Fabrizio Pizzitola, che ha messo in evidenza come F. F. sia incensurato e come mai in passato vi siano state segnalazioni di maltrattamenti all’interno della sua famiglia. Il sostituto procuratore Laura Siani ha invece chiesto che all’uomo venisse applicata la custodia cautelare in carcere.
Il giudice ha infine deciso di convalidare l’arresto, ma ha liberato l’indagato, che ha comunque trascorso due notti in cella.
Nel piccolo appartamento dello Sperone la convivenza non sarà delle più semplici, visto che oltre alla coppia con tre figli, vivono anche la madre e la sorella dell’uomo.
E sarebbe stata proprio quest’ultima, dopo la scenata per la cena non gradita, a chiamare i carabinieri. Quando i militari sono arrivati si sarebbero trovati in mezzo ad una discussione molto animata, con uno scambio di accuse tra fratelli per i motivi più futili.
Hanno calmato gli animi e se ne stavano andando, quando hanno sentito l’uomo dire alla sorella: «Un giorno di questi ci abbracciamo e ci buttiamo insieme dal balcone». A quel punto i carabinieri sono tornati indietro e hanno deciso di arrestare F. F. con l’accusa di maltrattamenti aggravati ai danni della moglie.
L’uomo è stato dunque accompagnato in una cella del Pagliarelli dove per sicurezza è stato messo in isolamento. Due giorni dopo si è tenuta l’udienza di convalida e, dopo aver fornito la sua versione al giudice, l’indagato è finalmente tornato libero. E, come racconta il suo avvocato, questa sarebbe stata la gioia più grande per sua moglie, anche lei incredula di fronte all’arresto.
Potrebbe essere questa una delle prime storture del Codice rosso, entrato in vigore ad agosto, che per i maltrattamenti (ma anche per lo stalking o gli abusi sessuali) non solo prevede una corsia preferenziale, ma anche l’arresto e la possibilità che le indagini vadano avanti anche d’ufficio, cioè senza che, come nel caso di F. F., la moglie, presunta vittima di violenza, sporga una denuncia.