Al via domani, venerdì 30 giugno, la campagna nazionale “Stop liste d’attesa” di Federconsumatori. Prevede il monitoraggio dei tempi d’attesa per le visite sanitarie nelle regioni italiane, Sicilia compresa. La campagna nazionale ricalca quella regionale lanciata da Federconsumatori Sicilia a fine 2021. Tutti i cittadini siciliani che hanno difficoltà a prenotare una visita medica, o stanno riscontrando tempi d’attesa eccessivi, possono comunicarlo a Federconsumatori Sicilia. Lo si potrà fare recandosi in una delle sedi territoriali dell’associazione (https://www.federconsumatorisicilia.it/sedi/). Oppure scrivendo una email con i dettagli a sicilia@federconsumatorisicilia.it o a stoplistediattesa@federconsumatori.it.

I risultati dello scorso anno

L’anno scorso oltre 4 milioni di italiani, cioè il 7% della popolazione nazionale, hanno rinunciato alle cure di cui avevano bisogno. Nel 2020 e nel 2021, a causa del Covid, il 9,6 e l’11,1% degli italiani hanno dovuto rimandare cure e visite. Prima del Covid erano 3,5 milioni all’anno, in media, gli utenti che rinunciavano alle cure, pari al 6,3% della popolazione.

I ritardi un problema che pesa ovunque

I ritardi nella sanità, quindi, sono un problema nazionale, con una lunga storia alle spalle. In Sicilia assume forme e dimensioni anche più preoccupanti ed è per questo che Federconsumatori Sicilia ha lanciato la campagna di monitoraggio per prima. Per poi inviare, il 26 maggio scorso, una richiesta ufficiale all’assessorato regionale della Salute per l’attivazione dell’organismo paritetico regionale sulle liste d’attesa.

Eredità di errori e tagli

“Le liste d’attesa interminabili non nascono con questo governo, né col precedente – spiega il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa -. Ma sono l’eredità di una lunga serie di errori e tagli orizzontali ai bilanci della sanità regionale. Sappiamo bene che a volte i ritardi nell’erogazione delle prestazioni sono dovuti alla mancanza di un macchinario, ad un problema tecnico o ad altre cause non immediatamente risolvibili. Ma sappiamo anche che molto spesso si tratta di cattiva organizzazione del lavoro, dei turni, delle prenotazioni o delle forniture del materiale sanitario. La gestione dei Cup (centri unici di prenotazione, ndr), in particolare, ha più di un aspetto critico e, francamente, incomprensibile. Eliminare questo tipo di problemi – conclude La Rosa – sarebbe già parte della soluzione. E, pertanto, andrebbe fatto subito”.

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