Il giorno 30 agosto del 2018 gli investigatori se lo ricorderanno bene. A Capo Gallo in un luogo appartato e lontano da occhi indiscreti e possibili cimici Antonino Candela, direttore generale dell’Asp di Palermo e Giuseppe Taibbi si incontrarono.
Avevano bisogno di parlare. Poco prima nella sede presso la direzione generale dell’Asp si era tenuta una riunione importantissima alla quale hanno preso parte, come hanno sentito i finanzieri e come riportato nell’ordinanza, proprio Candella, Roberto Satta, responsabile operativo della società Tecnologie Sanitarie Spa, il direttore amministrativo Domenico Moncada ed il direttore sanitario Salvatore Russo.
Nel corso della riunione monitorata attraverso attività di captazione, invero, prima caldeggiata e annunciata da Satta e Taibbi, Candela spalleggiato proprio da Satta, “attraverso una subdola opera di persuasione e di sfruttamento della propria posizione di supremazia, induceva il direttore amministrativo Moncada ed il direttore sanitario Salvatore Russo – si legge nell’ordinanza del gip – ad avallare l’adesione dell’Asp 6 alla procedura Cuc, rappresentando insistentemente, ancorché in assenza del benché minimo elemento a sostegno delle proprie affermazioni, l’assoluta necessità ed urgenza di procedere mediante la richiesta di adesione dell’Asp alla procedura Cuc, propugnata, sebbene senza alcun elemento a sostegno, quale soluzione più conveniente per l’amministrazione sanitaria”.
Dopo tale riunione i finanzieri hanno monitorato un riservatissimo incontro tra Candela ed Taibbi, avvenuto presso la riserva di Capogallo, in un cantiere, luogo obbiettivamente appartato, recintato e con accesso controllato.
Appariva, così, evidente che la necessità di Candela e di Taibbi di riunirsi segretamente, dopo l’incontro tenutosi presso l’Asp, non poteva che essere giustificata dalla necessità di confrontarsi, lontano da occhi e orecchie indiscreti, sugli ultimi importanti sviluppi della vicenda che riguardava Tecnologie Sanitarie.
“Risaltava, inoltre, la prudenza utilizzata da Taibbi e da Candela per la loro riunione, non preceduta da alcun contatto telefonico ed avvenuta in località isolata ed il comportamento all’evidenza sospettoso ed allarmato mantenuto da Taibbi dopo essersi accorto della possibile presenza della polizia giudiziaria. – si legge nell’ordinanza del gip – Le modalità di tale riunione, invero, apparivano del tutto analoghe a quelle che solitamente contraddistinguono i contesti di indagine in materia di criminalità organizzata di tipo mafioso, sicché appariva conclamata, e in maniera evidente, la natura sicuramente illecita ed il collegamento con quanto poco prima avvenuto in occasione della riunione presso la direzione dell’Asp. Peraltro, non appariva di certo una pura casualità l’incontro del Taibbi, avvenuto subito dopo la riunione con Candela, con il Satta.
A seguito, poi delle estenuanti pressioni del Candela nei confronti di Damiani, si appurava che quest’ultimo, dopo avere intrattenuto diverse interlocuzioni – nel corso delle quali si aveva, tra l’altro, l’ulteriore conferma che, in ogni caso, sebbene non si fosse ancora realizzata l’adesione dell’Asp alla procedura Cuc, la Tecnologie Sanitarie, comunque, stava continuando a beneficiare delle più remunerative condizioni previste dal vecchio contratto prorogato”.
La sera del 18.novembre 2018, dopo che si era diffusa la notizia che la Giunta Regionale Siciliana non avrebbe riconfermato Candela alla carica di direttore generale dell’Asp, non attribuendogli altri incarichi manageriali, l’ex direttore generale e Taibbi commentano così la notizia: “non lo sapevamo…ci ha preso in giro…ci siamo fidati…ci hanno ammazzato”.
“Nel corso della discussione, tra l’altro, Taibbi proponeva di mettere a punto un’attività di dossieraggio, i cui contenuti sarebbero stati finanche trasmessi ad esponenti del Governo della Repubblica – si legge nell’ordinanza del gip – Tale occulta attività avente una manifesta finalità intimidatoria, secondo la prospettazione di Taibbi, avrebbe consentito a Candela di ottenere la nomina alla carica di Assessore Regionale. Alle parole del Taibbi, Candela rimarcava lo strettissimo vincolo esistente tra i due tanto da affermare: “ma tu non mi devi dire se tu vuoi, tu per i rapporti che noi abbiamo tutto quello che tu puoi fare fallo, mi segui, non mi devi dire se…”. Vale la pena di anticipare, inoltre, come, alla luce dei riferimenti espliciti contenuti nelle affermazioni degli interlocutori intercettati, l’attività di dossieraggio e le conseguenti intimidazioni apparissero inequivocabilmente avere come destinatario, tra gli altri, l’attuale Presidente della Regione”.
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