Nella villa di Agostino Genova, dirigente medico dell’Asp di Palermo arrestato oggi per corruzione e falso, a Poggio Ridente, i finanzieri hanno trovato 300 mila euro in contanti. Erano dentro la cassaforte e sono stati sequestrati assieme a orologi di lusso e una Porsche Boxster.
“L’accompagnamento è per tutta la vita”
“L’accompagnamento è per tutta la vita”. Dicevano questo i dipendenti di un Caf a San Giuseppe Jato, sollecitando una falsa invalida al pagamento di quanto dovuto: “Vedi che il dottore te lo fa togliere l’accompagnamento”. Erano i giorni della campagna elettorale, e Agostino Genova, invitava alla prudenza: “Siamo in una fase molto attenzionata, super attenzionata, anzi enormemente attenzionata”, diceva alla Di Fiore, anche lei ai domiciliari. Ovviamente, nessuno si aspettava di essere intercettato. I finanzieri hanno controllato: la signora di cui parlavano era una finta cieca. D’altra parte è lo stesso Genova ad affermare in un’intercettazione: “A me mai mi hanno fottuto, io è dal 1990, io ho fatto 40 anni che ammuogghio centomila verbali, non mi hanno fottuto mai…”.
“Mi devi dare di più”
“Mi devi dare di più perchè io ho spese”, diceva il dirigente dell’Asp a Piera Di Fiore, la donna che faceva da intermediaria tra il pubblico ufficiale e chi chiedeva benefici assistenziali come assegni di invalidità. Genova, secondo gli investigatori, in cambio di soldi e regali, avrebbe accelerato l’iter delle pratiche e in alcuni casi fatto risultare che i richiedenti avevano i requisiti per chiedere i benefici pur non avendo fatto alcun controllo.
Nel chiedere più soldi il medico fa riferimento alle spese che deve affrontare. Secondo la Finanza il cenno è ai soldi pagati per la campagna elettorale delle ultime comunali dove l’uomo è stato candidato, senza essere eletto, sia a Palermo che a Partinico. Sia Genova che la Di Fiore sono ai domiciliari.
La frase in codice
“Non trovo un braccialetto” : la frase in codice era questa. Fondamentali nell’inchiesta, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, le intercettazioni. Come quella scattata la mattina del 19 aprile 2022 nell’ufficio Commissione Ciechi dell’Asp. Genova parla con il gioielliere Vincenzo Caccamo della pratica di riconoscimento dell’invalidità civile per la madre di Caccamo, Elisabetta Santoro. Il medico consulta, con il proprio SPID, la pratica. In quel contesto dice a Caccamo di non riuscire a trovare un braccialetto.
“Glielo faccio avere io dottore”, risponde il gioielliere. Nella stanza arriva poi un geriatra a cui Agostino chiede di visitare tempestivamente l’anziana. Genova parla, inoltre, al gioielliere della sua candidatura al consiglio comunale e l’altro risponde proponendogli un massaggio nel centro estetico del nipote e assicurandogli che gli avrebbe portato il bracciale. La conversazione prosegue, il medico rivela di voler investire “almeno centomila euro, e senza effettuare un bonifico, in lingotti d’oro e soprattutto senza rischi di controlli o di contestazioni da patte della Guardia di Finanza”. ”
“La finanza? Te la può….”
“E la Finanza te la può s….- aggiunge – nel senso tu prendi soldi… la Finanza ti può venire a dire ma lei come fa a comprare? Lo può venire a chiedere ?”. Poi i due decidono di vedersi il venerdì successivo, dopo la chiusura della pratica. Il successivo 22 aprile, non sapendo di essere intercettato, Genova racconta a un amico “ieri già ho chiuso una pratica con Piero Caccamo quello della parruccheria che c’è in viale Strasburgo che è famosa…. suo fratello… io piccioli non ne prendo ma mi regalarono questo ieri (riferendosi al bracciale ndr)”. Il giorno successivo, infine, il pubblico ufficiale avverte il gioielliere che sta per completare la pratica della madre. “Sto cercando di fare la pratica di tua mamma. Così mi levo il pensiero”.
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