La complessità dell’uomo, le inquietudini personali dei soggetti, la narrazione temporale e la risposta emotiva dell’osservatore. Sono i temi del primo libro fotografico di Nerina Toci, intitolato “L’immagine è l’unico ricordo che ho” (Navarra Editore), in uscita il 9 novembre in tutte le librerie.
Una selezione di 29 scatti divisa in due sezioni, ma che seguono il feel rouge di un sentire comune. Rigide geometrie, sfocature, in ambienti chiusi e abbandonati predominano nella prima; un viaggio alla scoperta nell’affascinante mondo fiabesco viene affrontato, invece, nella seconda. La raccolta rappresenta la punta dell’iceberg di un percorso, esclusivamente monocromatico, iniziato nel 2015 a partire da autoritratti e durante il quale l’artista, pur mantenendo nel tempo un’identica visione del mondo, ha progressivamente affinato la tecnica, in particolar modo la nitidezza dell’immagine.
“L’introspezione e la conoscenza del sé è l’unico approccio che permette la comprensione del mondo esterno attraverso l’elaborazione dei sogni – spiega Nerina Toci -. Ciò che miro a rappresentare è la metafora un altrove oscuro e indecifrabile. Il bianco e nero esasperato è, per la natura e la resa dei contrasti, la forma che mi è più congeniale per rappresentare corpi e oggetti, per dare risalto a sagome e spigoli, ombre e chiaroscuri. Anch’esso è quindi una scelta in funzione di una poetica che però vuole suggerire dinamiche di un’altra realtà.”
La fotografia diventa, dunque, uno strumento d’indagine di soggetti con cui è instaurato un forte rapporto empatico e che vengono contemplati e immortalati in spazi esterni spogli e desolati, ma anche in mezzo a una natura decadente. Decadenza e romanticismo diventano così il filo conduttore attraverso cui l’obiettivo esprime dicibile, e soprattutto l’indicibile, nell’evolversi di ogni istante in un susseguirsi di gioia, disperazione poi dolore e pianto.
Decisiva per la crescita personale l’esperienza a Palermo e la collaborazione con Letizia Battaglia. “Le ho semplicemente telefonato e si è mostrata subito disponibile a conoscere il mio lavoro. I suoi consigli sono stati preziosi: mi ha suggerito di portare avanti il lavoro attraverso un progetto chiaro e incisivo. L’incontro con lei è stato determinante sia da un punto di vista tecnico che umano, per reinterpretarmi pur rimanendo me stessa. Palermo città ricca d’arte di storia e di dolore, inoltre, mi ha indotta a soffermarmi su dimensioni emotive oltre quelle iconiche tradizionali.”
Proprio Letizia Battaglia ha curato la prefazione del libro, in cui è possibile scorgere “Un po’ teatro, un po’ cinema un po’ danza – si legge –. Le fotografie di Nerina Toci si nutrono di molteplici elementi. Ma l’inquietudine le fa da padrone, l’inquietudine dinanzi all’obiettivo fotografico diventa composizione controllata, aggraziata, e qualche volta, ma solo qualche volta, persino ironica.”
Nerina Toci nasce a Tirana, in Albania, il 21 Gennaio 1988. Dopo la fuga dai Balcani, a otto anni si trasferisce in Sicilia. Inizia la sua carriera come modella e dal 2015 si occupa di fotografia, prediligendo scatti in bianco e nero di donne e, in particolare, di se stessa. Nel 2016 vince il primo premio del Concorso Fotografico Guido Orlando – Premio Peppino Impastato. Ha esposto in Itali, Albania e Cile. Nel novembre 2017 pubblica il primo libro fotografico “L’immagine è l’unico ricordo che ho”.