“Il governo regionale è stato interpellato prima di concedere la disponibilità della base militare di Sigonella alla Nato come area logistica per un intervento militare in Libia? Il governo nazionale ha adottato precise misure a tutela dell’incolumità dei siciliani?”.
Giovanni Panepinto, vicepresidente del gruppo del Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana, ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione Rosario Crocetta.
“Considerata la gravità dei conflitti militari e gli episodi terroristici in atto in tutta l’area del Mediterraneo – dice Panepinto – ci chiediamo se il presidente Crocetta sia stato interpellato dal ministero della Difesa e se sia stato informato in merito ai rischi ed ai pericoli di eventuali rappresaglie a cui potrebbe essere sottoposta la Sicilia: penso ad esempio all’isola di Lampedusa, la più vicina alle coste libiche. E’ grave che decisioni di questo tipo, che coinvolgono direttamente il nostro territorio e la popolazione siciliana, si apprendano dai giornali”.
Parole dure anche da Giambattista Coltraro, capogruppo all’Ars di Sicilia Democratica , che in una nota tuona: “Roma non può decidere in autonomia sulla pelle dei siciliani”.
Secondo il parlamentare regionale “l’Italia non ha una propria politica estera ed è succube di scelte di altri, tra cui quelle degli americani, che continuano a sfruttare il nostro paese senza che la Sicilia ne abbia alcun beneficio. Ora addirittura mettendo anche a rischio la nostra sicurezza”.
E’ stato il ministro della difesa, Roberta Pinotti, durante il question time alla Camera dei Deputati a fare il punto sull’utilizzo delle basi italiane nella guerra in Libia.
“Il Governo e’ pronto a valutare positivamente – ha detto il ministro – un’eventuale richiesta di uso delle basi e dello spazio aereo se fosse funzionale a una più rapida e efficace conclusione dell’operazione in corso” da parte degli Usa in Libia contro l’Isis”.
Venti minuti di volo. Tanti ne bastano dalla base di Sigonella per Sirte, in Libia, dove infiamma la battaglia contro lo Stato Islamico.
La struttura che si trova a pochi chilometri da Catania, da quando esiste, ha sempre avuto un ruolo strategico nelle grandi manovre d’intelligence nel Mediterraneo e adesso gli occhi del mondo sono puntati nuovamente sulla base.
Al momento il governo americano che ha già avviato i bombardamenti in Libia, ricevendo anche la legittimazione dall’Onu, non ha ancora richiesto formalmente l’impiego di Sigonella.
Va sottolineato, infatti, che secondo un recente accordo, gli Stati uniti devono avanzare una richiesta formale all’Italia, che dovrà dare la sua autorizzazione valutando “di caso in caso”.
Ad oggi, pare che tutte le operazioni contro l’Isis a Sirte siano decollate dalle portaerei e da altro siti americani in Giordania, così i reaper americani ospitati nella base etnea hanno ancora i motori spenti anche se sono armati e pronti al decollo.
Sigonella è pronta, ma resta in attesa.
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