Domenica 11 settembre i consiglieri dei comuni di sei ex province siciliane oggi Liberi Consorzi ed esattamente Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Siracusa, saranno chiamati alle urne per le prime elezioni di secondo livello della storia italiana.
Dovranno eleggere Presidenti e consigli dei Liberi Consorzi dei Comuni, enti che sostituiscono le vecchie province soppresse. Il percorso è diverso rispetto alle tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina.
Il decreto che indice le elezioni di secondo livello è stato varato dalla giunta regionale di governo e porta la firma del Presidente della Regione e dell’assessore agli Enti Locali Luisa Lantieri.
Via libera, dunque, alla campagna elettorale anche se in piena estate e con poco tempo per scegliere chi dovrà essere eletto. ma sarò una campagna elettorale decisamente sottotono non solo perché non coinvolge i cittadini che non sono chiamati al voto.
Le elezioni si svolgeranno con il voto ponderato ovvero ogni comune avrà un peso diverso in proporzione alla popolazione che rappresenta e questo di fatto crea una enorme confusione. Ciascuno consigliere non ha idea di quanto varrà il suo voto.
La campagna elettorale comincia, dunque, con una richiesta di rinvio avanzata alla Regione, l’ennesima. Ci sono da dirimere almeno tre grandi temi per capire cosa si sta facendo.
In primo luogo bisogna rendere noti i criteri di calcolo del voto ponderato perché ciascuno possa capire chi votare e perché e quanto vale il proprio voto. In secondo luogo occorre una norma transitoria visto che ci sono differenze importanti fra i comuni chiamati al voto. Chi ha rinnovato sindaci e consigli con la tornata di giungo lo ha fatto con la nuova legge e dunque ha un numero di consiglieri inferiore rispetto ai comuni che hanno votato anche solo l’anno precedente. C’è il rischio, dunque, che il voto dei comuni appena rinnovati valga meno di quanto dovrebbe e venga penalizzato rispetto ai comuni che operano ancora con le vecchie regole: una beffa.
Infine il terzo tema che poi è quello che rischia di mandare tutto all’aria. La norma è anche sotto impugnativa e ci sono tre aspetti che devono essere modificati. L’Ars non sembra intenzionata a farlo prima della chiusura del 10 agosto e non avrà il tempo di farlo alla riapertura se non dopo il voto dell’11 settembre. Anche se gli aspetti da modificare non riguardano direttamente il voto questo potrebbe essere invalidato dalle modifiche che devono completare l’adeguamento della riforma siciliana alla Delrio.
Insomma c’è materia anche per gli scaramantici che non hanno gradito quella data: l’11 settembre che tanto ricorda il più grande disastro della storia moderna: l’attacco terroristico alle torri gemelle. ufficialmente non vorrebbero votare in quel giorno perchè va dedicato alla memoria ma i motivi sembra siano molti meno nobili