Per l’opinione pubblica è una delle donne coraggio rimaste vittima di mafia. Un simbolo della lotta contro la malavita organizzata. Non per lo Stato però. Lia Pipitone, assassinata ormai oltre 30 anni fa, nel 1983, secondo la burocrazia italiana non è vittima innocente di mafia.

Lo racconta amaramente il figlio Alessio Cordaro che si trova a sbattere contro il muro di gomma della burocrazia che non riconosce a sua madre lo status di vittima.

Il figlio ha avuto respinta la domanda d’assunzione alla Regione

Lui stesso ha combattuto una battaglia per avere giustizia per la sua famiglia e negli anni sono scattate le condanne a 30 anni per uomini del calibro di Antonio Madonia e Vincenzo Galatolo. Ma adesso lui, Alessio Cordaro, figlio di Lia Pipitone, incassa un boccone amaro. Amarissimo. Si vede respingere le domande di assunzione alla Regione perché non c’è il documento necessario per attivare la legge antimafia. Sostanzialmente manca il riconoscimento della madre quale vittima innocente.

Manca il certificato del ministero su Lia Pipitone vittima di mafia

A mettere nero su bianco tutto è stato l’assessorato regionale alla Famiglia e al Welfare che ha respinto la domanda di assunzione perché manca il certificato del ministero dell’Interno che attesta Lia Pipitone quale vittima innocente della mafia. Di fatto ad impedire il rilascio della certificazione è un passaggio della legge.

Vittima di mafia ma non vittima innocente

Il padre di Lia Pipitone e dunque il nonno di Alessio risulta essere stato un uomo di Cosa Nostra dunque. essendoci una parentela, cosa esplicitamente esclusa dalla legge, Lia Pipitone, per quanto vittima di mafia non può essere indicata come vittima innocente.

Per i pentiti fu vittima di un delitto d’onore

Secondo i pentiti Lia Pipitone fu vittima di un delitto d’onore perché le voci sostenevano tradisse il marito. Il giorno dopo la sua morte anche il presunto amante, in realtà probabilmente solo un amico, Simone di Trapani si suicidò lanciandosi dal balcone ma anche quell’evento nascondeva un omicidio.

Alessio Cordaro denuncia quanto avvenuto ma non per la mancata assunzioni ancora oggi dice, esistono vittime di serie A e vittime di serie B e questo mi addolora. Per lui la madre aveva messo in crisi la mafia con la sua voglia di libertà, ma questo non basta alla legge per riconoscerla vittima innocente.