Crescenzo De Stasio, ex direttore Unità business centro sud di Siram, è stato condannato dal tribunale di Palermo a 7 anni di carcere per corruzione. De Stasio è stato coinvolto in un’indagine del Nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme Gialle, coordinata dalla Procura di Palermo, su quattro gare pubbliche truccate tra cui quella vinta da Siram e Sei Energia Scarl: un appalto da 126 milioni per la fornitura dei vettori energetici e la gestione degli impianti tecnologici dell’Asp 6 di Palermo.
De Stasio è l’unico degli indagati ad aver scelto il rito ordinario. Gli altri protagonisti della vicenda, tra cui Fabio Damiani, ex responsabile della Centrale unica di committenza per gli appalti della Regione, sono stati già condannati in abbreviato anche in appello. Secondo i giudici Damiani, che ha avuto 6 anni e 6 mesi, allora potente manager, “utilizzava il suo ruolo, la sua funzione per ottenere in cambio utilità economiche e favori politici”.
I giudici del tribunale di Palermo hanno restituito la patente di guida a un sorvegliato speciale che gli era stata revocata dal prefetto di Palermo in esecuzione del decreto di sottoposizione alla misura di prevenzione antimafia, della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.
“Abbiamo apprezzato il provvedimento del Tribunale – hanno affermato Giada Caputo e Francesca Fucaloro – che ha richiamato la sentenza dei giudici costituzionali che hanno affermato il principio che il sequestro non è più obbligatorio, ma facoltativo e deve tenere conto della opportunità che chi è sottoposto a misura di prevenzione deve essere posto in condizioni di svolgere attività lavorativa dimostrando di essere in condizioni concrete di reinserirsi nel cointesto sociale. Siamo certi che questa sentenza del tribunale di Palermo ha affermato un principio che potrà consentire a molti sottoposti a misura di prevenzione di evitare il sequestro della patente di guida”.