Dopo la pubblicazione della fotografia del comandante della Polizia Municipale di Palermo che parcheggia in sosta vietata riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di una cittadina che ci ha contattato raccontando la sua quotidiana battaglia contro la sosta selvaggia rilevando il rischio che la foto del comandante possa essere intesa dai palermitani come una giustificazione dei loro comportamenti troppo spesso incivili alla guida.
Gentilissimi,
Sto proseguendo da mesi, con una operazione di diffusione a centinaia di agenzie di informazione, istituzioni di studio dei sistemi di intelligence, polizia, vigili urbani, carabinieri dei reparti speciali e centri di studio delle relazioni internazionali. Ma anche associazioni culturali, sportive, artistiche, enti e centri di incontro, ristoranti, bar, luoghi di ritrovo per la società civile palermitana e della provincia.
Palermo. Ero intenta a trovare un posteggio nel quartiere afferente all’ottava circoscrizione (dove già mi sto battendo per estirpare il sostegno al sequestro di persona/posteggio in seconda fila come strumento protetto e sostenuto dai supermercati e dagli improvvisati posteggiatori abusivi nostrani e dei genitori indisciplinati del Vincenzina Cusmano, istituto religioso di fronte casa mia). Nelle strisce blu, da me regolarmente pagate, come tutte le multe da me sempre regolarmente pagate, pur non essendo presenti i parcheggi pubblici, situazione che cagiona ovviamente congestioni stressanti per tutta la cittadinanza da sempre.
Giungo a Piazza Lolli, dove è presente il Teatro Dante, e dove già precedentemente avevo avuto una pessima esperienza con un abusivo palermitano anni fa (accorse la polizia). Stavo per mettere la macchina nel posto, quando due energumeni di possibile origine extracomunitaria, di una stazza imponente, giovani, alteri, certamente di buona salute (non impediti quindi a trovare un lavoro gratificante se formati adeguatamente dai fautori dell’accoglienza europea) mi intimano di togliermi in quanto un signore che poi mi ha mostrato fierezza bizzarra della situazione, doveva mettersi lì!
Al di là del fatto che il sussistere a cielo aperto di persone che trasgrediscono le legge italiane vigenti, in piena mattina, in un punto della città iperattivo, nella convinzione che nessuno li toccherà in modo punitivo per ripristinare la sicurezza, la pace e la giustizia, mortifica la nostra dignità come città, mi chiedo se ci si è resi conto delle esternalità negative ulteriori che si generano ad effetto domino con queste situazioni di stress, tensione, nervosismo e paura nei guidatori (nonchè in donne, bambini e persona anziane o malate , i nostri animali d’affezione che viaggiano con noi..che possono assistere a questi atti di violenza psicologica e abuso continuato e mai del tutto condannato pubblicamente con forza e determinazione volta ad estirparli per sempre ovunque). Lavavetri che sbattono sui vetri sapone e liquami sporcando le proprie auto mettono a rischio di morte i passeggeri e coloro che incontreranno. Persone che molestano e lasciano quella continua scia di odio ogni istante ad ogni angolo immettono stati di tensione che ci trasciniamo altrove per ore e ore e stiamo tutti a disagio, fino ora alla sostituzione delle vecchie bande nostrane con questi baldi giovani che invece di integrarsi con la gioventù produttiva, con alto senso civile patriottico, amante veramente della nostra storia … si ritrovano ad indossare la maglia con scritto “italia” a mò di sarcastico ingiurioso modo di riderci in faccia. Non smetterò di stimolare le coscienze sopite di tutte le forze politiche, sociali, istituzionali che vanno dal rappresentante di quartiere all’Onu fino a che Palermo non sia vero modello di tolleranza e rispetto delle patrie, nel rispetto dei diritti e dei doveri di tutti i cittadini del mondo, nella garanzia di vivere nella città più sicura e felice che si possa creativamente immaginare.
Con fervore intenzionale mai sopito,
Rosa Rita La Marca