Ieri il Vaticano ha pubblicato il “Piccolo lessico sul fine vita”, uno strumento prezioso per comprendere e affrontare le complesse questioni etiche e morali legate al termine dell’esistenza. Il glossario, frutto del lavoro della Pontificia Accademia per la Vita, ribadisce la condanna dell’eutanasia e del suicidio assistito ma offre anche una guida su come accompagnare il paziente con dignità, senza ricorrere all’accanimento terapeutico. “Promuovere una maggiore chiarezza terminologica è fondamentale per un dibattito informato e per decisioni consapevoli” ha commentato Giorgio Trizzino, già relatore del disegno di legge sul suicidio assistito. “Questo documento fornisce definizioni chiare su termini spesso ambigui nel dibattito pubblico e nella pratica medica”.
La pubblicazione del glossario è un passo importante ma, come sottolinea Trizzino, rimane l’esigenza di una legge nazionale sul fine vita, per garantire i diritti dei cittadini su un tema così cruciale. Grande attenzione nel testo anche al valore delle cure palliative, viste non solo come pratica medica ma come gesto profondamente umano, radicato nel rispetto della dignità del malato. Un approccio olistico che Trizzino, fondatore della SAMOT in Sicilia, conosce bene essendo stato pioniere delle cure palliative.
Il glossario parla di “cura integrata”, ribadendo che l’obiettivo non è accelerare o ritardare la morte, ma alleviare la sofferenza e migliorare la qualità di vita del paziente e dei familiari. Una medicina al servizio della persona, oltre la pratica clinica. Affrontata anche la sospensione di idratazione e nutrizione nei malati terminali, tema complesso su cui la Pontificia Accademia ha una posizione articolata. Ogni decisione va presa con attenzione caso per caso, attraverso il dialogo tra medici, paziente e parenti. In alcune circostanze può essere eticamente accettabile, purché rispetti la dignità della persona e non acceleri la morte.
“Non è un forma di eutanasia ma una scelta etica possibile quando rispetta la volontà e la dignità del malato” spiega Trizzino. È importante il principio di proporzionalità delle cure. Per questo oggi è fondamentale che il Parlamento decida sul fine vita.