A Lercara Friddi, davanti alle locali autorità militari e civili, si è tenuta la cerimonia di commemorazione del carabiniere scelto Francesco Calì, medaglia d’oro al valor Militare “alla memoria”, caduto nell’adempimento del dovere a Taranto il 4 maggio 1938, all’età di appena 23 anni.
Al cimitero comunale, i comandanti del gruppo carabinieri di Monreale, colonnello Sebastiano Arena, e della compagnia di Lercara Friddi, capitano Alessandro Saba, insieme al sindaco, Luciano Marino, hanno deposto un omaggio floreale sulla tomba del caduto.
Chi era il carabiniere scelto Francesco Calì
Il carabiniere scelto Francesco Calì era nato a Lercara Friddi il 7 gennaio 1915 e nel 1936 entrò a far parte dell’Arma dei Carabinieri. Nello stesso anno fu destinato alla Compagnia Carabinieri dell’Arsenale di Taranto, con compiti prevalentemente di Polizia Militare e Guardia alle unità navali ormeggiate in Porto. Il 4 maggio 1938, unitamente ad altro commilitone, era stato comandato in una missione di appostamento poco fuori la città, poiché alcuni materiali erano stati trafugati dalle officine destinate ai lavori dei sommergibili di base all’Arsenale. Fu così che di notte sorpresero quattro individui arrivati con barche via mare, intenti a rubare materiali, i quali, vistisi scoperti, tentarono la fuga. Fu allora che il Carabiniere Calì, sebbene appesantito dall’equipaggiamento, tentò di bloccarli mentre cercavano di prendere nuovamente il largo. Colpito veementemente, cadde in acqua e, ferito gravemente, affogò.
Il Regio decreto del 19 maggio 1939
Con regio decreto del 19 maggio 1939, è stata concessa al carabiniere scelto Francesco Calì una medaglia d’Oro al Valor Militare “alla memoria” con la seguente motivazione: “con altro carabiniere, sorpresi in flagrante tentativo di furto tre pericolosi pregiudicati che con barca avevano raggiunta una riva di regio arsenale militare marittimo e che al fermo ad essi intimato cercavano di riguadagnare il mare, non esitava a lanciarsi in acqua vestito com’era allo scopo di assicurarli alla giustizia. riuscito ad afferrare un bordo della barca tentava sino all’estremo delle sue forze di imporre ai malviventi il rispetto della legge, ma fatto segno a violenza da parte di due di essi, che gli staccarono ad uno ad uno le dita della mano con la quale si teneva all’imbarcazione, trovò in mare morte gloriosa. Nobile esempio del dovere e di alto spirito di sacrificio”. Taranto (località Pizzone) 4 maggio 1938.
Commenta con Facebook